2016-11-09 14:06:00

Jurkovič: cooperazione internazionale contro armi biologiche


“Nessuno Stato può vincere da solo la guerra contro la proliferazione di armi biologiche”. È il monito di mons. Ivan Jurkovič, osservatore permanente della Santa Sede all’Onu di Ginevra, nel suo intervento dei giorni scorsi all’ottava Conferenza di revisione della Convenzione sulle armi biologiche (BWC). Il presule ha messo l’accento sull’urgenza di una maggiore “cooperazione internazionale” sul fronte della biosicurezza e di un’azione comune e coordinata per impedire l’acquisizione, la produzione o l’impiego di armi chimiche e biologiche da parte di gruppi terroristici.

La minaccia del bioterrorismo alla sicurezza internazionale
Il sistema di sicurezza internazionale - ha evidenziato l’osservatore permanente - ha assunto una complessità senza precedenti: i progressi rivoluzionari nelle biotecnologie stanno ponendo sfide sempre più difficili all’implementazione del BWC, cresce il pericolo del bioterrorismo, mentre la frequente diffusione di pandemie minaccia la salute e la sicurezza mondiale.

Sostenere gli Stati più vulnerabili
Per questi motivi – ha sottolineato mons. Jurkovič – è importante che gli Stati aderenti alla Convenzione continuino e rafforzino il loro sostegno a quelli più bisognosi di assistenza, in particolare ai Paesi poveri che sono i più esposti al rischio di pandemie e anche i più vulnerabili in caso di attacco biologico, a dimostrazione dello stretto legame tra disarmo e sviluppo.

Le malattie non rispettano i confini
Per la loro stessa natura, infatti, le malattie non rispettano i confini: è quindi interesse di tutti – ha osservato l’osservatore permanente - che i nostri vicini abbiano un sistema sanitario nazionale solido. Inoltre, ha aggiunto, è urgente aggiornare le procedure di assistenza previste dalla Convenzione, considerati la rapida evoluzione della scienza e delle tecnologie in questo campo e i nuovi pericoli rappresentati dalla produzione di armi biologiche “fai da te”.

Sensibilizzazione ad un uso responsabile delle biotecnologie
Non meno importante - ha sottolineato in conclusione mons. Jurkovič - è l’opera di sensibilizzazione ad un uso responsabile delle biotecnologie finalizzato alla “promozione della vita e dello sviluppo umano integrale”. Tutti gli attori in gioco - scienziati, università, imprese , governi e agenzie internazionali  - devono unire le loro forze in questa direzione, perché “la noncuranza di oggi è la catastrofe di domani”. (A cura di Lisa Zengarini)








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