2016-11-09 14:14:00

Bagnasco nelle zone del sisma: non abbandonare terremotati


La terra continua a tremare nelle zone del Centro Italia colpite dal sisma dello scorso 30 ottobre. Disagi per le popolazioni sfollate, mentre il presidente del Consiglio Matteo Renzi promette che l’adeguamento antisismico si farà. Intanto oggi il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, si è recato in visita nella Valnerina. Il servizio di Elvira Ragosta:

Non si registrano nuovi crolli, ma la terra nelle zone colpite dal sisma continua a tremare lievemente. Decine le scosse registrate dalla mezzanotte, la più forte, secondo i rilevamenti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, di magnitudo 3.5, alle 04,15 con epicentro vicino Ussita. Restano i disagi per le popolazioni dei centri colpiti. Sia gli sfollati nelle tendopoli che quelli ospitati nelle strutture alberghiere del litorale desiderano ritornare al più presto alla loro vita normale. Stamani messa in sicurezza della torre civica del palazzo comunale di Norcia. I vigili del fuoco hanno realizzato un'imbracatura provvisoria per evitare il crollo, dato per certo, e che avrebbe potuto compromettere ulteriormente la facciata della Basilica di San Benedetto. Il cardinale Angelo Bagnasco incontra in Valnerina le popolazioni e visita anche la zona rossa di Norcia. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente:

R. – Mi ha commosso l’affetto che ho visto da parte della gente, verso i loro preti e i loro vescovi: detto molto chiaramente da parte loro. Questa è una cosa veramente bella, una grande grazia che noi sacerdoti sentiamo e di cui siamo riconoscenti alla nostra gente. Dall’altra parte, l’impressione è vedere di persona questi luoghi che sono diventati fantasmi di se stessi, perché sono stati proprio distrutti, letteralmente: è veramente impressionante e anche doloroso. Nello stesso tempo, però, sono rimasto ammirato per la determinazione con cui la gente vuole rimanere qui o ritornare qui per continuare la propria vita con le proprie tradizioni e la propria identità.

D. – Cosa chiede la popolazione della Valnerina? Che sentimenti hanno condiviso con lei, gli sfollati?

R. – Il desiderio di non essere dimenticati. Quindi, il timore di essere abbandonati. Che si spengano i riflettori e che tutto si addormenti. Quindi, questo significa – da parte di tutti, assolutamente di tutti: il mondo della politica, le istituzioni, la Chiesa, naturalmente – che ci sia una presenza e un’attenzione costante e concreta verso questa gente.

D. – Tantissimi danni anche al patrimonio artistico e religioso. Lei è entrato nella zona rossa di Norcia, ha potuto vedere quel che resta della Basilica di San Benedetto, emblema di questi crolli. Allora, anche qui la ricostruzione è importante per ripartire …

R. – Sì. E’ impressionante quello che si vede, qui, potendo girare intorno … il disastro è ancora più grande. Impressionante. Naturalmente, ho sentito, ho visto che però tutto questo grande patrimonio artistico, culturale, religioso dalla gente è avvertito, sì, nel suo valore di arte e di storia, ma è sentito soprattutto come parte di se stesso, della propria identità, come un fatto importante della propria anima. E quindi, questo valore, questo sentire così questi luoghi di culto da parte delle popolazioni, diventa qualcosa che è commovente da una parte ma dall’altra responsabilizza ancora di più perché ci sia un occhio di attenzione anche ai luoghi di culto: dai cimiteri alle proprie chiese, alle basiliche, alle edicole … Hanno salvato una Madonnina di un metro e mezzo in uno di questi paesini e l’hanno messa nella grande tenda dove fanno refettorio, luogo di comunità e così via. Ma è diventata, questa Madonnina con il Bambino in braccio, un punto di riferimento della comunità che è rimasta qui. E questo anche è un fatto commovente: la dice lunga.

Ad accompagnare il cardinale Bagnasco è l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, che a proposito della situazione degli sfollati della diocesi all’indomani dell’ennesima notte di scosse ai nostri microfoni afferma:

R. – La popolazione, come sempre, reagisce con forza e con determinazione anche se questo moltiplicarsi e susseguirsi di scosse logora la resistenza. Questa è gente che da oltre due mesi sta affrontando questa situazione di incertezza, di fragilità, di paura … E sentire che questo sciame sismico non finisce, certamente aumenta l’insicurezza. Allo stesso tempo – ripeto – è gente forte, determinata, che sa resistere.








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