“La dignità umana, che sia un migrante o di un residente, non è negoziabile o determinata dalle legislazioni nazionali”, perché “i diritti umani di ogni individuo sono radicati nella dignità di ciascuna persona e sono inviolabili senza distinzioni”. Lo ha ribadito mons. Bernardito Auza, Osservatore permanente presso l’Onu, intervenendo il 1° novembre a New York alla 71.ma assemblea generale delle Nazioni Unite sull’eliminazione del razzismo e della xenofobia.
I partiti e gruppi estremisti minaccia per società pacifiche e inclusive
Il recente rapporto del relatore speciale del Consiglio per i diritti umani – ha osservato
il presule – illustra chiaramente “la minaccia posta oggi dai partiti, movimenti e
gruppi estremisti in molte parti del mondo alla realizzazione di una società pacifica,
giusta e inclusiva che gli Stati membri dell’Onu si sono impegnati a realizzare con
l’attuazione Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e della Dichiarazione di New
York per i rifugiati e i Migranti”.
L’aumento delle violenze razziste dettato dalla paura dell’altro
In questo senso - ha affermato mons. Auza - è motivo di “particolare preoccupazione
il significativo aumento degli episodi di violenza di matrice razzista e xenofoba.
Una escalation, spesso strumentalizzata politicamente, che sembra dettata “dalla paura
dell’altro”, e in particolare “delle responsabilità verso gli emarginati e i vulnerabili
che hanno un disperato bisogno della nostra solidarietà”.
Combattere tutte le forme di discriminazione e intolleranza
Di fronte alla crescita allarmante di questi fenomeni, ha concluso l’Osservatore permanente,
“tutta la famiglia umana deve riaffermare ancora una volta la propria determinazione
a combattere tutte le forme di discriminazione e intolleranza in quanto contrari alla
dignità e all’uguaglianza innate in ogni essere umano e adottare quindi le misure
necessarie ad eliminarle in tutte le loro forme”. (A cura di Lisa Zengarini)
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