2016-11-02 09:30:00

Presidenziali Usa: Trump risale nei sondaggi dopo indagini Fbi


A meno di una settimana dalle presidenziali negli Stati Uniti, il prossimo 8 novembre, si fa sempre più accesa la campagna elettorale. I sondaggi vedono in grande ripresa il candidato repubblicano Donald Trump e in calo la candidata democratica Hillary Clinton. Questo anche grazie alla nuova indagine dell'Fbi sul cosiddetto "emailgate" ovvero l’utilizzo da parte della Clinton, quando era segretario di Stato, di email e server privati per comunicazioni di importanza nazionale. Sempre l’Fbi ha reso pubblici i documenti di una vecchia indagine su Bill Clinton, riguardo una grazia concessa a un manager accusato di evasione fiscale e la cui moglie aveva fatto sostanziose donazioni alla sua campagna per le presidenziali. Ma sulla base di quali motivazioni voteranno gli americani? Clarissa Guerrieri ne ha parlato con Maurizio Molinari, direttore del quotidiano 'La Stampa' di cui è stato per anni corrispondente negli Stati Uniti:

R. – Gli americani votano su una base di interessi singoli e di interessi nazionali, come ogni Paese: non c’è nessuna differenza tra gli Stati Uniti e le altre nazioni industrializzate. Esattamente nella stessa maniera, vengono influenzati da ciò che avviene a ridosso del voto: per questo, la tradizione americana vuole che la sorpresa di ottobre sia decisiva. Ciò che è avvenuto nel mese di ottobre è che di sorprese ve ne sono state più d’una. Sicuramente, una sorpresa è stato l’audio nel quale si sentiva Donald Trump offendere le donne con un linguaggio inappropriato; sicuramente una sorpresa è stata l’incapacità di Trump di tenere testa a Hillary Clinton nei dibattiti; sicuramente una sorpresa sono state le 11 donne che hanno rivelato di essere state abusate o molestate da Donald Trump; e sicuramente una sorpresa è stata la decisione dell'Fbi di riaprire l’indagine a carico di Hillary Clinton sulle e-mail sottratte al Dipartimento di Stato in ragione del fatto di averne ritrovate altre nel computer di Huma Abedin, la sua ex-collaboratrice, che oggi è la persona più vicina a Hillary-candidata. L’interrogativo è quale di queste sorprese peserà di più nelle urne. La sorpresa la sapremo nella notte dell’Election Day.

D. – In base a che cosa voteranno gli americani, secondo lei?

R. – La tradizione, in America, è che si vota – in genere – sulla base dell’economia. Gran parte delle elezioni che si sono svolte dall’indomani della Seconda Guerra mondiale sono state segnate da preoccupazioni di tipo economico. Nel caso specifico di questa elezione, sicuramente l’economia è stata il cavallo di battaglia di Trump così come Hillary Clinton ha tentato di farvi fronte presentando un proprio progetto economico sotto il nome di “giustizia economica”. E' proprio in ragione dell’indebolimento economico del ceto medio che esiste il popolo di Trump, che ha sostituito i conservatori come base del Partito repubblicano. Non c’è dubbio: le diseguaglianze economiche e l’indebolimento del ceto medio è il grande tema sociale di questa campagna elettorale.

D. – Dopo il Presidente Obama, che cosa vuole la gente?

R. – Che ci sia un’alternanza. E’ già avvenuto più volte che il Partito repubblicano e il Partito democratico si siano alternati dopo due mandati di seguito. Gli unici che sono riusciti a sommare tre mandati sono stati i repubblicani dopo il doppio mandato di Reagan, quando venne eletto Bush-padre. E da qui l’interrogativo sull’esito e il testa-a-testa del quale siamo spettatori.

D. – Che conseguenze avrà sulla politica economica dell’America il candidato che vincerà le elezioni?

R. – Sarà il leader del mondo libero e l’uomo più potente del mondo. Potrà cambiare come lui vuole la politica economica, la vita di migliaia di persone anche fuori dai confini. Guardando con la lente dell’economia, tuttavia, ho l’impressione che ci sia una convergenza tra Trump e Hillary sulla necessità di una maggiore attenzione al mercato interno, ovvero la possibilità che noi avremo delle amministrazioni più protezionistiche. Questo perché il protezionismo può essere una leva per riportare valore d’acquisto al ceto medio indebolito dentro i confini dell’America.








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