2016-11-02 12:26:00

P. Majewski: la presenza del Papa a Lund tra fede e penitenza


Si è concluso ieri il viaggio di Papa Francesco in Svezia dove a Lund la Chiesa Luterana ha iniziato i festeggiamenti per i 500 anni della Riforma. Roberto Piermarini ha chiesto al nostro direttore dei Programmi, padre Andrea Majewski che ha seguito il Papa nel suo 17.mo viaggio apostolico, quale peso ha avuto nelle commemorazioni di lunedì scorso, la presenza di Papa Francesco?

R. - La presenza del Papa ha certamente influito sullo stile delle celebrazioni a Lund e a Malmö. Non solo festa, ma anche penitenza, soprattutto la liturgia nella Cattedrale a Lund  si è caratterizza di questi due elementi: festa e penitenza; ma festa e penitenza celebrate insieme. Festa, perché anche la Chiesa cattolica ha riconosciuto i doni di Lutero per tutti, come, per esempio, la grande valorizzazione della Sacra Scrittura; anche attraverso le traduzioni in diverse lingue. Si può dire che Lutero ha messo la Bibbia nelle mani delle persone. Penitenza per il dolore della disunione e poi vergona per secoli di conflitti, accuse, e - a volte - anche atti violenti che non avevano niente a che fare con lo spirito del Vangelo. Ma c’è poi un terzo elemento: la comune testimonianza, che è come l’ultima parola pronunciata da luterani e cattolici insieme, soprattutto durante l’incontro ecumenico all’Arena di Malmö. Sia i cattolici che i luterani danno una concreta testimonianza di fede, lavorando a favore delle popolazioni di Siria, Burundi, Sud Sudan, Colombia, India... e sto elencando solo alcuni Paesi di cui si è parlato all’incontro. Alle domande, alle paure e alle ansie del mondo globalizzato la Chiesa cerca di dare una risposta comune, che coinvolga tutti i credenti.

D. - Qualche momento particolare?

R. - Si, alcuni momenti si sono impressi di più nella mia memoria. Il primo è la preghiera del Padre Nostro nella cattedrale di Lund, pronunciata allo stesso tempo, ciascuno nella propria lingua: non si capivano le parole, ma si aveva la sensazione che davvero stavamo pregando insieme. E poi alcuni cenni  - soprattutto nella bella omelia del segretario della Federazione Luterana Mondiale - anche se ancora timidi sul desiderio di poter celebrare un giorno insieme anche l’Eucaristia.  L’altra cosa che ha attirato la mia attenzione è stata la presenza di tanta gente lungo le strade percorse dal Papa. Nell’Arena di Malmö, dove si sono radunati molti giovani luterani, si sentivano tante esclamazioni come “Viva il Papa”, “Viva Papa Francesco”…. La spontaneità di queste voci mi ha fatto pensare che forse sta arrivando una nuova generazione che non si sente più appesantita dalle incomprensioni e riservatezze del passato.

D. – Che messaggio ha lasciato il Papa alla piccola comunità cattolica svedese allo Stadio di Malmö?

R. - Parlando loro delle Beatitudini, il Papa ha rievocato la “figura dei miti”. Di solito Papa Francesco mette in evidenza i poveri, quelli che hanno fame e sete di giustizia, e – in questo Anno Santo – i misericordiosi. Qui, in Svezia, durante il suo viaggio ecumenico, che commemora 500 anni della Riforma Luterana, il Papa ha voluto parlare ai cattolici di una beatitudine particolare di Gesù rivolta ai “miti”: “I Santi – ha detto - ottengono dei cambiamenti grazie alla mitezza del cuore”; ed ha aggiunto “si tratta dell’atteggiamento di chi non ha nulla da perdere, perché la sua unica ricchezza è Dio”. Ed io penso: “Chissà, forse questa è la giusta chiave d’interpretazione degli eventi che abbiamo appena vissuto in Svezia”…








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