2016-10-31 14:53:00

Don Maffeis: non si celebra divisione, si rilancia cammino verso unità


Il viaggio del Papa in Svezia prende il suo motto dal documento intitolato “Dal conflitto alla comunione” pubblicato dalla Commissione luterano-cattolica nel 2013, che traccia le linee della Commemorazione comune del 500.mo anniversario della Riforma. Ascoltiamo in proposito don Angelo Maffeis, membro della Commissione e presente a Lund, intervistato da Fabio Colagrande:

R. – Il mio stato d’animo personale è di grande attesa, di grande gioia perché certamente costituisce un momento simbolico in cui il lavoro nascosto che si è compiuto in tanti anni di paziente dialogo e spesso anche di fronte a difficoltà o a battute d’arresto che potevano sembrare insuperabili, viene in qualche modo riconosciuto a livello più alto della Chiesa cattolica e quindi credo che questo sia certamente un momento di gioia per tutti. E’ un clima che respira, anche qui a Lund, tra i partecipanti a questo incontro.

D. - Come si è arrivati a questo avvenimento che assume caratteri sicuramente storici? Sappiamo che c’è stato un invito da parte della Federazione luterana mondiale e il Papa ha accettato, ma ovviamente c’è tutto un lavoro, dietro, immagino?

R. – Certamente. La celebrazione dei Giubilei della Riforma ha segnato la storia dei 400 anni precedenti ed è sempre stata un’occasione piuttosto netta per l’affermazione dell’identità luterana e dei protestanti in generale. Commemorando questo Giubileo, questo centenario – il quinto della Riforma protestante – in epoca ecumenica come la nostra, si è sentita l’esigenza di introdurre anche un registro nuovo. E la cosa che merita di essere sottolineata è che non solo il Papa è stato invitato dalla Federazione luterana mondiale, ma questa cerimonia, questa preghiera comune nella cattedrale di Lund vede come invitanti sia la Federazione luterana mondiale sia il Papa e la Chiesa cattolica. Quindi è stato un sugello del lavoro comune che si è condotto nel dialogo degli ultimi 50 anni tra la Chiesa cattolica e le Chiese della Federazione luterana mondiale.

D. – Per alcuni cattolici è incomprensibile che il Papa sia presente – tra virgolette – ai festeggiamenti di un evento che ha spaccato la Chiesa in Europa. Come rispondere?

R. – Ma … credo che non si celebri certamente la divisione della cristianità in Europa. Quello che si fa nel documento “Dal conflitto alla comunione”, e nella preghiera che verrà celebrata e che si ispira appunto a questo testo, è una distinzione. Bisogna evitare ogni manicheismo, come se ci fosse una risposta – diciamo – univoca a questo problema e all’eredità della Riforma. Il testo e la preghiera sottolineano tre aspetti: anzitutto, la dimensione penitenziale. Per la divisione bisogna chiedere perdono a Dio. C’è una dimensione di gratitudine, che è per la riscoperta di alcuni temi della predicazione evangelica, che certamente la Riforma ha messo in luce e che anche la tradizione cattolica ha riconosciuto. E c’è infine lo sforzo di fare memoria e di leggere la storia, che è una storia comune anche negli aspetti meno nobili in cui oggi non ci riconosciamo; ma lo sforzo di capire che cosa è accaduto, lo sforzo – come dice il documento – non di riscrivere i fatti storici, ma di ripensare il modo in cui questi fatti storici continuano a essere presenti nella nostra vita, nella storia e nelle vicende delle nostre Chiese.

D. – Come sacerdote cattolico che fa parte della Commissione luterano-cattolica, quali frutti si aspetta dalla giornata odierna?

R. – Mi aspetto anzitutto un rinnovamento – potremmo dire – del fervore, della fiducia con cui il cammino, spesso abbastanza faticoso e che non mostra frutti immediati del dialogo ecumenico, possa essere continuato. E credo che ci sia la necessità, da un lato, di continuare con il lavoro che le commissioni fanno con gli strumenti dell’interpretazione biblica, del lavoro teologico, un lavoro che viene fatto a nome di tutta la Chiesa, e dall’altro soprattutto nei luoghi dove quotidianamente i cattolici e i luterani e i membri di altre tradizioni cristiane vivono insieme, di far crescere questa esigenza di una testimonianza cristiana che passa attraverso l’annuncio del Vangelo, ma passa anche attraverso il servizio all’umanità e ai suoi bisogno, che oggi si incontrano, appunto, in un mondo che è diventato pluralista, che si mette a confronto di diverse concezioni religiose e visioni del mondo in cui forse i cristiani hanno bisogno di ritrovare insieme un profilo che li renda riconoscibili per il messaggio, per la testimonianza, per il dono di cui sono depositari, che sono chiamati a consegnare all’umanità.








All the contents on this site are copyrighted ©.