2016-10-30 19:00:00

Sisma: migliaia di sfollati, distrutta Basilica di San Benedetto a Norcia


La terra trema ancora nell’Italia centrale. La prima scossa, questa mattina, alle 7,40, di magnitudo 6.5 e 10 chilometri di profondità, con epicentro nella zona di Norcia. Poi, nel pomeriggio altre due: alle 13,07 e alle 14,34 la terra ha tremato di nuovo con magnitudine 4,6 e 4.5. Si è trattato del sisma più potente da quello che colpì l’Irpinia nel 1980. Marche e Umbria le regioni più colpite, danni anche nel reatino, nelle zone già colpite dal sisma dello scorso 24 agosto e dalle scosse di mercoledì scorso. Una stessa faglia - spiega Paolo Messina, direttore dell'Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Cnr - ma tre terremoti diversi". Una spaccatura si è aperta dopo la prima scossa di questa mattina sul monte che sovrasta Castelsantangelo sul Nera, mentre una profonda depressione della sede stradale in direzione di Visso si è creata sulla statale 209, verso il Valico delle Croci. La cronaca nel servizio di Elvira Ragosta:

Lo sciame sismico continua, con scosse più lievi di quelle di stamattina e del primo pomeriggio. La paura torna nel centro Italia, nei borghi già colpiti da terremoto del 24 agosto e di mercoledì scorso, ma soprattutto nelle zone di Norcia e Castelsantangelo sul Nera. A Norcia tutte le abitazioni, all'interno delle mura, sono state evacuate da stamane e sono crollate sia la Basilica di San Benedetto che la cattedrale. Per ospitare la popolazione sono stati predisposti 1500 posti nelle strutture ricettive del Trasimeno e sindaco e presidente della Regione tentano di convincere la popolazione a partire. A Cascia gli sfollati sono oltre mille, l’ospedale è stato chiuso e una ventina di pazienti sono stati trasferiti a Terni. Anche sul versante marchigiano crolli, danni e tanta paura: a Camerino allargata oltre il centro storico la zona rossa. Dopo le scosse pomeridiane non è possibile passare la notte in strada e alcuni cittadini sono già partiti verso gli hotel della riviera che hanno dato loro ospitalità. Nelle Marche il numero degli sfollati, per il presidente della Regione, Luca Ceriscioli, potrebbe arrivare a 100mila. "E' venuto tutto giù, ormai i paesi non ci sono più", ha detto il sindaco di Arquata del Tronto Aleandro Petrucci. Ad Amatrice, il comune più colpito dal sisma di agosto, è crollata la parte superiore della torre civica. Il sindaco, Sergio Pirozzi, ha chiesto tecnici per verificare la stabilità degli edifici fuori dalla zona rossa.
Nessuna vittima, per fortuna. Il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ha confermato che sono circa una ventina i feriti, con qualche codice giallo, aggiungendo che "i danni agli ospedali non sono particolarmente gravi, mentre sulla viabilità la criticità è alta". La priorità, ora è garantire agli sfollati di trascorrere la notte e i prossimi giorni fuori da zone pericolose. Da questo pomeriggio è stata disposta la chiusura provvisoria della strada statale 4 'Via Salaria' tra Amatrice ed Accumuli in provincia di Rieti
La forte scossa di questa mattina, che ha avuto una profondità di 10 chilometri è stata avvertita anche a Roma. Stop temporaneo delle due linee della metropolitana in mattinata. Chiusa e poi riaperta dopo le verifiche la Basilica di San Paolo, mentre resta chiusa parte della navata della Basilica di San Lorenzo. Lesioni sulla cupola capolavoro del Borromini di Sant'Ivo alla Sapienza a Roma, chiusa in via cautelativa per la riapertura di alcune crepe preesistenti nella cupola. Da parta sua, il comandante dei Vigili del Fuoco del Vaticano, ingegnere Paolo De Angelis, in un'intervista al Tg2000, ha detto che non è stata riscontrata alcuna lesione importante delle strutture della Basilica di San Pietro.

Dopo un vertice in Campidoglio, il sindaco, Virginia Raggi ha disposto per domani la chiusura di tutte le scuole per  verificare le condizioni degli edifici.
Era dal terremoto dell’Irpinia del 1980 - spiegano dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia - che  non si registrava una scossa così forte in Italia.

A Norcia si contano almeno 3000 sfollati di cui più della metà ha deciso di lasciare la città duramente colpita dal sisma. Da questa mattina si sono registrate oltre 30 le scosse tra il 4° e il 5° grado della scala Richter che hanno lasciato tutti impauriti e sgomenti. Il capo della Protezione civile ha incontrato la popolazione per stabilire insieme le modalità di evacuazione e le soluzioni ai problemi più urgenti e le proteste non sono mancate. Ne parla al microfono di Gabriella Ceraso, da Norcia, il collega Paolo Millefiorini:

R.- Le fasi sono ancora molto concitate, come potete immaginare, a poche ore dalla scossa di questa mattina. E’ stata fatta una riunione presso il campo sportivo comunale in cui era presente il sindaco di Norcia Nicola Alemanno e il presidente della Regione Umbria Katiuscia Marini e tutta la popolazione praticamente. Era la stazione di imbarco di decine e decine di pullman che stanno trasportando circa 1500 persone da Norcia alla zona del Trasimeno.

D.- Quindi quello che avete stabilito è come si debba sistemare la popolazione?

R.- Sì, esattamente, si tratta di una evacuazione. Ovviamente è una sistemazione provvisoria per i prossimi due o tre giorni perché non sono state riallestite le tende dalla Protezione civile, tolte subito prima dell’ultimo evento sismico del 26 ottobre. La gente ha un po’ rumoreggiato perché chiedeva il motivo per cui sono state tolte, ma sia il sindaco che il presidente della Regione hanno ribadito che non era una decisione che spettava a loro, bensì alla Protezione civile stessa.

D.- Penso che abbiano fatto il giro del mondo le immagini di tanti uomini e donne di Norcia inginocchiati nella vostra bellissima piazza distrutta. C’è gente che si è raccolta in preghiera oggi...

R.- Certo! Tanta gente si è raccolta in preghiera insieme alla comunità monastica  nella casa natale di S. Benedetto che ora è in macerie. Gente che si è letteralmente aggrappata  alla preghiera davanti alla statua del Santo patrono d’Europa: speriamo che lui possa far sì che Norcia abbia una parvenza di ricostruzione. La preghiera che facciamo a tutti è che questa comunità non venga lasciata sola.

Sulla natura di questo sisma "atipico", Giancarlo La Vella ha sentito il geologo Domenico Angelone del Consiglio Nazionale Geologi:

 

R. – È un’anomalia sicuramente, che però non deve fissare – in qualche maniera – una regola. Non possiamo e non dobbiamo dormire tranquilli: nel senso che stiamo vedendo che anche le repliche sono di intensità abbastanza sostenuta. Quindi dobbiamo sicuramente aspettarci ancora delle repliche e ancora una fenomenologia sostanziosa sia dal punto di vista numerico, ma anche dal punto di vista dell’energia. Questa nuova scossa ci ha sorpresi, anche se – già dai giorni scorsi – non si era escluso un evento importante. Forse non ce la aspettavamo così forte… Però è chiaro che a questo punto bisogna studiare bene cosa sta succedendo: sicuramente c’è un sistema di faglie che si sta muovendo e che sta quindi rilasciando tutta questa energia.

D. – Come si dice le vittime non le fa il terremoto, ma le fa l’uomo costruendo male. È arrivato il momento di cambiare passo…

R. – Sì, questa volta il terremoto ci sta dimostrando che non é possibile spegnere i riflettori. Speriamo che sia veramente arrivato il momento di mettere un punto e di affrontare i problemi in maniera seria. La prima pubblicazione che riguardava le risposte sismico-locali fu prodotta in California nel 1967: cinquanta anni fa! Stiamo andando a rilento! Anche il susseguirsi delle nuove normative in Italia, dall’Irpinia in poi, dal Friuli in poi, hanno fatto seguito sempre ad eventi calamitosi. Forse anche in questo è arrivato il momento di dire basta e di affrontare anche dal punto di vista normativo la questione in maniera diversa.

Altra città fortemente interessata da crolli è Tolentino a 38 chilometri dall'epicentro del sisma nelle Marche. ”La città è in ginocchio, è morta”, dice il sindaco Giuseppe Pezzanesi che ha radunato i circa 2000 sfollati che si preparano a dormire fuori dalle loro abitazioni. Sentiamolo al microfono di Gabriella Ceraso:

R.- E’ una situazione di fatto molto brutta. Questa è la terza città in ordine di grandezza della provincia, ha 21mila abitanti e ha preso finora tutte le scosse in maniera quasi diretta, piena. Questa mattina sono andate giù tante case; abbiamo tantissime abitazioni lesionate nel centro storico, cornicioni che penzolano nel vuoto, pareti che stanno per cadere. Luoghi di culto disastrati nella maggior parte inagibili, il municipio inagibile, i palazzi d’arte inagibili, le vie tutte chiuse oltre ai crolli. Quindi è una situazione che definisco drammatica perché i nostri numeri sono grandi numeri.

D.- Quante persone siete riusciti a raccogliere?

R.- Ben oltre le duemila persone: il problema è che non abbiamo letti per tutti. Dovrebbero arrivare da Roma circa 600 letti, ma non ne siamo certi. Avevamo un centro di accoglienza nei giorni scorsi, con 300 letti, e ne stiamo aprendo altri quattro. Abbiamo allestito anche tre mense, ma abbiamo consigliato a chi ne ha la possibilità, di lasciare la città perché le scosse qui non si fermano.

D.- Cosa ha detto alla popolazione?

R.- Ho detto loro di avere forza come l’hanno sempre avuta e di tentare di avere lucidità estrema. Il nostro è  un popolo che reagisce e non si piange addosso, ma questa è una situazione che si risolverà col tempo e con i mezzi. All’inizio ci avevano tenuto fuori dal cratere sismico principale, poi, per fortuna, tutto è tornato alla normalità sotto l’aspetto almeno della presa d’atto che Tolentino è una delle città che purtroppo ha avuto pesanti esiti dal terremoto. Almeno essere trattati nel modo che meritiamo, ecco!

 

 

 

 

 








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