2016-10-30 09:32:00

Centro Italia: sisma di magnitudo 6.5. Norcia distrutta


Una nuova forte scossa di magnitudo 6.5 e con epicentro tra Castelsantengelo sul Nera, Norcia e Preci, è stata avvertita in tutto il centro Italia alle 7.41 di questa mattina. Non dovrebbero esserci vittime, ma solo feriti: una ventina a Norcia - l'area più colpita - di cui 6 estratti dalle macerie; 2 gravi a Cascia dove è stato evacuato l'ospedale. Tre i feriti recuperati a Tolentino tra i crolli. Estese le distruzioni ed ingentissimi i danni. La cronaca di Roberta Barbi

Un terremoto durato un lunghissimo minuto ha svegliato, questa mattina, l'Italia: la scossa, infatti,  verificatasi a una profondità di appena 10 km, è stata avvertita a nord fino in Austria e a sud nel Mezzogiorno. Hanno fatto rapidamente il giro del mondo la notizia del sisma e l'immagine della Basilica di San Benedetto a Norcia - patrono d'Europa - di cui è rimasta in piedi solo la facciata. Il vicepriore dei Benedettini di Norcia, padre Benedetto, ha rassicurato dicendo che i monaci stanno tutti bene e si sono messi a disposizione della popolazione colpita: "I nostri cuori vanno a chi è stato colpito - ha detto - ci affidiamo alle vostre preghiere e al vostro supporto". "E' stato come un'eplosione che non finiva mai": è invece la testimonianza del vicesindaco di Norcia, Pietro Luigi Altavilla, dove è stata completata l'evacuazione del centro storico della cittadina umbra.

La vicinanza ai cittadini è stata espressa anche dall'arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo: "Servono case e tanta speranza a queste popolazioni, anche perché l'inverno sta arrivando". Il presule ha poi riferito che le persone stavano iniziando appena a rifiatare dopo i due eventi di giovedì scorso, quando è arrivata questa nuova scossa e ha quindi esortato le autorità a "ripartire, lasciando da parte le polemiche". In città sono molte le persone che si sono riversate in strada ed hanno pregato nella piazza centrale . A loro si sono unite le suore del monastero benedettino che sono riuscite a salvarsi uscendo precipitosamente dal loro convento. A poche ore dal sisma, Roberto Piemarini ha raccolto la testimonianza di Paolo Millefiorini, nativo di Norcia, giornalista free lance, collaboratore della nostra emittente 

R. – La situzione è critica, molto critica! La città è stata colpita nel suo cuore… La Basilica di San Benedetto, che poggiava sulle rovine della casa natale di San Benedetto, non c’è più! La concattedrale di Santa Maria Argentea ha il tetto sfondato e la zona del centro storico è completamente inaccessibile! Tanta gente per le strade, impaurita… gli anziani… E’ una situazione molto, molto critica! Addirittura la Protezione Civile sta prendendo in considerazione l’ipotesi di evacuare l’intera città… E’ un colpo al cuore per la nostra comunità. In questo momento siamo morti moralmente!

D. – Eppure Norcia veniva considerata una città antisismica…

R. – Sì, infatti la gran parte delle case hanno retto, facendo sì che non ci fosse nessun morto. Solamente qualche ferito: ma si parla di una decina o poco più di lieve entità, subito trasportati con i mezzi di soccorso - anche con gli elisoccorsi, che stanno sorvolando la città sin dai primi momenti del terremoto di questa mattina - nei nosocomi vicini di Foligno, Spoleto e Perugia. Quindi le case e le strutture hanno permesso a tutti gli abitanti di uscire vivi: e questa è la notizia positiva, visto quello  che è accaduto ad Amatrice non più tardi di due mesi fa, con quel numero ingenti di morti…

D. – Abbiamo saputo che i benedettini stanno distribuendo la Comunione nella piazza di Norcia…

R. – Ho sentito anche questo, ma non ho avuto modo di entrare nel centro della città: è tutto transennato sin dalla porta principale di accesso al sito storico… C’è tanta concitazione, si stanno prendendo decisioni per il futuro e per le sorti della città di Norcia. Sicuramente questa data, questo 30 ottobre 2016, ha segnato pesantemente la storia della città natale di San Benedetto. 

Di profondo dolore e stress,  "che non devono trasformarsi in rassegnazione", ha parlato anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in una dichiarazione alla stampa. Il capo del governo ha rincuorato le popolazioni colpite assicurando loro la vicinanza dello Stato: "L'Italia sa dare il meglio nelle difficoltà", ha detto, annunciando che domani sarà convocata una riunione del Consiglio dei ministri. "Ricostruiremo le case, le chiese e gli esercizi commerciali" ha specificato, "un territorio di tale bellezza deve risorgere, Norcia deve avere un futuro". Il presidente del Consiglio ha assicurato che il governo non farà passi indietro e che ci saranno soldi sufficienti per la ricostruzione. Infine Renzi ha ringraziato la Protezione civile e tutti i volontari che stanno contriubuendo alle operazioni di soccorso.

Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, da Gerusalemme, ha detto di seguire "con preoccupazione" le notizie che arrivano dall'Italia e ha esortato a tradurre le azioni di pronto intervento in azioni di "sostegno e solidarietà". "Macchina dei soccorsi da subito operativa, 1300 gli uomini in campo", è stato il commento del ministro dell'Interno Alfano, che in giornata parteciperà a un vertice operativo al Viminale. Il commissario europeo per la gestione delle emergenze e degli aiuti umanitari, Stylianides, ha scritto su Twitter che l'Unione Europea è pronta ad aiutare l'Italia dopo questo nuovo evento sismico.  

Questa mattina il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ha fatto il punto della situazione, ribadendo che non è possibile portare assistenza in loco nelle zone colpite, ma si rendono necessarie evacuazioni, come quella totale del centro storico di Norcia, e che ci sono gravi ripercussioni sulla viabilità in tutto il Paese : chiusa la statale Tre Valli che conduce a Norcia e così anche parte della Salaria - dal km 112 al km 149 -  per caduta massi. Una frana e un distacco di parte della montagna, con la successiva esondazione di un torrente, hanno, inoltre, interrotto la strada che collega Visso, nel Maceratese, a Preci, nel Perugino, che risulta impercorribile in quanto invasa da acqua e massi. Frane anche lungo i sentieri del Monte Vettore, della catena dei Sibillini. Il traffico ferroviario, in tilt su almeno 5 linee che interessano il centro Italia, sta invece lentamente tornando alla normalità. Curcio, infine, ha lanciato un appello alla popolazione affinché non si rechi nelle zone colpite in modo da non intasare le strade rimaste libere per consentire il passaggio dei mezzi di soccorso.

Ma danni ci sono stati anche nelle aree colpite dalle scosse di giovedì scorso tra Visso e Ussita: 40 i Comuni del Maceratese colpiti da crolli, e ad Amatrice e Arquata del Tronto, le zone colpite il 24 agosto scorso. Ad Amatrice è venuta giù la Torre civica, simbolo del sisma di agosto, mentre giovedì era crollato il famoso edificio rosso, noto nel paese come il palazzo della Banca, altro edificio simbolo del sisma. E' definitivamente venuto giù, infine, il Ponte dei Tre Occhi sulla Salaria, già gravemente danneggiato. Crolli sono stati registrati anche a L'Aquila, a 7 anni dal sisma che ne distrusse il centro storico.

Tanta la paura anche a Roma, dove è precipitato un ascensore in zona Marconi, la linee A e B della metropolitana inizialmente chiuse per verifiche, sono poi state riaperte; regolare il funzionamento della linea C. Molta la gente che si è precipitata in strada per lo spavento in diversi quartieri. Hanno avuto esito positivo le verifiche nell'area archeologica del Colosseo e quelle nella Basilica di San Pietro in Vaticano, dove piazza San Pietro è rimasta aperta per consentire ai fedeli di partecipare all'Angelus di Papa Francesco. Chiusa, invece, la Basilica di San Paolo fuori le mura per il crollo di un cornicione, e anche una navata della Basilica di San Lorenzo per la caduta di alcuni calcinacci. Per sicurezza chiusi ai turisti anche il Campidoglio - dove è stata individuata una crepa - e il Quirinale, e al traffico cittadino un tratto della tangenziale dove è in corso un sopralluogo.

La scossa di oggi – fanno intanto sapere gli esperti del Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr) e dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) – è stata la più forte degli ultimi anni, di magnitudo pari solo a quella del terremoto in Irpinia che il 23 novembre 1980 causò quasi tremila vittime. Il Cnr ha fatto sapere che non si possono escludere nell’area nuove forti scosse, anche di tale entità, e ha parlato di "contagio sismico preoccupante". Già nelle ore successive alla forte scossa ne sono state registrate almeno una cinquantina, di cui diverse di magnitudo superiore a 3 e in qualche caso anche a 4.

Sulla natura di questo sisma "atipico", Giancarlo La Vella ha sentito il geologo Domenico Angelone del Consiglio Nazionale Geologi:

R. – È un’anomalia sicuramente, che però non deve fissare – in qualche maniera – una regola. Non possiamo e non dobbiamo dormire tranquilli: nel senso che stiamo vedendo che anche le repliche sono di intensità abbastanza sostenuta. Quindi dobbiamo sicuramente aspettarci ancora delle repliche e ancora una fenomenologia sostanziosa sia dal punto di vista numerico, ma anche dal punto di vista dell’energia. Questa nuova scossa ci ha sorpresi, anche se – già dai giorni scorsi – non si era escluso un evento importante. Forse non ce la aspettavamo così forte… Però è chiaro che a questo punto bisogna studiare bene cosa sta succedendo: sicuramente c’è un sistema di faglie che si sta muovendo e che sta quindi rilasciando tutta questa energia.

D. – Come si dice le vittime non le fa il terremoto, ma le fa l’uomo costruendo male. È arrivato il momento di cambiare passo…

R. – Sì, questa volta il terremoto ci sta dimostrando che non é possibile spegnere i riflettori. Speriamo che sia veramente arrivato il momento di mettere un punto e di affrontare i problemi in maniera seria. La prima pubblicazione che riguardava le risposte sismico-locali fu prodotta in California nel 1967: cinquanta anni fa! Stiamo andando a rilento! Anche il susseguirsi delle nuove normative in Italia, dall’Irpinia in poi, dal Friuli in poi, hanno fatto seguito sempre ad eventi calamitosi. Forse anche in questo è arrivato il momento di dire basta e di affrontare anche dal punto di vista normativo la questione in maniera diversa.








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