2016-10-29 13:15:00

Sisma Centro Italia, la gente chiede di non essere abbandonata


Prosegue lo sciame sismico nel centro Italia. Decine di scosse sono state rilevate nella notte tra Umbria e Marche. La più forte, intorno alle 18.30 nel Perugino di magnitudo 4.2. Nell’area intorno ad Ussita inoltre il suolo si è abbassato pericolosamente di 18 centimetri. Preoccupazione per gli sfollati, 5 mila ancora. Mentre per lunedì è prevista la riapertura di alcune scuole. La regione Marche ha disposto l’esenzione dei ticket su farmaci e prestazioni specialistiche per i cittadini nelle zone colpite. Terremoto anche tra Basilicata e Calabria, di magnitudo 4.3. L'epicentro a Maratea in provincia di Potenza. Non risultano danni a cose e persone.

Il sisma che ha colpito la provincia di Macerata, nella serata del 26 ottobre, ha lasciato ingenti danni materiali nei comuni colpiti. Andrea Walton ha intervistato Giancarlo Temperilli, sindaco di Sefro, per raccogliere la sua testimonianza su quanto è successo nel suo comune:

R. – Noi ci siamo subito attivati dopo la prima scossa. Infatti, quando è arrivata la seconda scossa eravamo in Comune: avevo già convocato la Protezione Civile e i volontari. Ero con il personale del Comune proprio per decidere il tipo di intervento e la seconda scossa la abbiamo avvertita tutti quanti e la gente era già tutta in piazza, dopo la prima scossa. Questo indubbiamente ha fatto sì che, anche se abbiamo subito dei danni nelle abitazioni, la gente era già tutta in strada. Il panico era effettivamente alto, perché convivere con il terremoto non è semplice: è un qualcosa che ti condiziona dentro e alla lunga è snervante! Quindi per quelle che erano le esigenze primarie abbiamo fatto un buon lavoro di prevenzione e questo grazie all’esperienza della Protezione Civile e degli stessi funzionari del Comune.

D. – Che tipo di danni sono stati registrati nel vostro Comune e nella vostra area geografica di riferimento?

R. – Noi abbiamo 4-5 zone rosse: la più colpita è la frazione di Agolla, dove il campanile della chiesa principale, che dà sulla piazza, è crollato e all’interno ha ceduto il muro e attorno alla chiesa anche le case sono inagibili. E infatti la abbiamo delimitata… Abbiamo un’altra zona a Sorti, che è stato lesionato: molti comignoli sono stati lesionati e anche questa è stata delimitata ed è un’altra zona rossa. Sempre a Sorti, un altro borgo, quello di Cerreto, ha avuto problemi. Nel capoluogo abbiamo due zone rosse che abbiamo delimitato, perché anche qui sono caduti dei comignoli e all’interno di una abitazione ci sono stati dei crolli… Abbiamo una ventina di sfollati, ma siamo riusciti a trovare per loro altre soluzioni.

D. – Cosa vi aspettate dai tempi e dai modi della ricostruzione?

R. – Cosa ci aspettiamo? Innanzitutto di non essere abbandonati, perché siamo realtà di montagna e questa è già una realtà precaria, perché per poter rimanere sul territorio, la vita è indubbiamente più complessa di altre realtà: a cominciare dalla Guardia Medica a tutti gli altri servizi essenziali, per i quali lottiamo con le unghie e con i denti per riuscire a mantenerli. Indubbiamente queste situazioni rendono ancora più fragile il nostro contesto. Inoltre noi viviamo anche di turismo e quando ci sono queste situazioni, il turismo si allontana dalle nostre zone. Di conseguenza chiediamo interventi immediati per la prima emergenza, ma soprattutto una programmazione che ci sostenga per far sì che queste nostre zone non siano dimenticate e che vengano ricordate; che vengano anche immediatamente aiutati i proprietari che hanno avuto lesioni e aiutate le persone maggiormente in difficoltà certamente a livello umano, ma anche con il sostegno economico. Adesso, come prima reazione la Protezione Civile è stata efficiente e questo lo devo dire! Ma in prospettiva occorre che, in qualche modo, il governo rilasci dei fondi specifici per la montagna anche in prospettiva per sostenere una programmazione più di lungo termine, oltre che in questa prima emergenza. 








All the contents on this site are copyrighted ©.