2016-10-28 12:58:00

Sisma, 5 mila sfollati. Presidente Marche: siamo accanto alla gente


Sono almeno 100 le scosse di assestamento che si sono registrate nella notte nelle zone del Centro Italia colpite dal terremoto di mercoledì sera. Circa 5 mila gli sfollati. Il servizio di Alessandro Guarasci:

La più forte della scosse di assestamento è stata di 3,5 gradi Richter vicino Ussita. E questa situazione non fa altro che aumentare la tensione tra i terremotati. Per il capo dei Vigli del Fuoco, Bruno Frattasi, "la situazione è drammatica, abbiamo migliaia di sfollati, circa 5 mila, crolli ovunque e strade bloccate. Un danneggiamento molto diffuso che va a pesare su quello già provocato con il sisma del 24 agosto”. Il premier Renzi rinnova la sua solidarietà alle popolazioni colpite, mentre il ministro Delrio assicura che il governo è pronto ad aumentare le risorse ben oltre i 4,5 miliardi inseriti in manovra. Appena ci saranno delle stime precise sui danni, decideremo gli interventi”. Nel frattempo, è iniziata la fase due: il ricollocamento di chi ha perso la casa e il recupero nelle abitazioni degli effetti personali dei terremotati. il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli:

R. – C’era una doppia sfida: non solo portare subito soccorso, assistenza, verificare situazioni, ma anche convincere, insieme ai sindaci, i cittadini a fare la scelta della collocazione in una struttura d’accoglienza o un albergo piuttosto che il percorso delle tende che si fa normalmente. Siamo nei primi giorni d’inverno, le temperature sono molto rigide e non è stata una cosa banale riuscire a convincere i cittadini a optare direttamente per quello. Quindi la Protezione civile ha agito bene tecnicamente ma è stata anche capace di accompagnare le comunità alla scelta migliore.

D. – Però ci sono ancora alcuni cittadini che vorrebbero rimanere sul luogo, come state lavorando per convincerli?

R. – Tutti i cittadini nelle aree interne di montagna vogliono restare sul luogo. Noi rispettiamo ovviamente la scelta di ognuno; un cittadino che decide di dormire in macchina e trova una sistemazione di fortuna pur di restare lì ha tutto il rispetto da parte nostra. Noi abbiamo bisogno che le persone coinvolte nel terremoto trovino una collocazione. I percorsi sono abbastanza definiti. Ci sono le risorse che servono per andare negli alberghi, come molti hanno scelto. C’è il percorso della ricostruzione che passa con i moduli abitativi che servono a gestire gli anni che separano dal momento del terremoto alla ricostruzione. Poi c’è tutto un ventaglio di strumenti di servizio al cittadino.

D. – Voi pensate di avviare anche un programma per mettere in sicurezza tutti quegli edifici che però non sono stati colpiti dal terremoto ma che in sostanza sono a rischio?

R. – I decreti e gli strumenti normativi attivati in questi giorni sono a favore delle realtà colpite dal terremoto dove ci sono delle inagibilità. C’è un altro programma del governo nazionale che è quello di Casa Italia che invece dà incentivi per chi vuole mettere in sicurezza anche le case non colpite dal terremoto ma - un po’ come si è fatto dal punto di vista energetico negli scorsi anni - questa volta concentrando le risorse anche sul tema dell’antisismicità per la messa in sicurezza degli edifici da questo punto di vista.

D.  – Lei è soddisfatto della collaborazione tra la regione Marche e il governo di Roma?

R. - Assolutamente sì. Il governo è presente non solo simbolicamente e fisicamente come ha fatto ieri il premier, ed è molto importante, venendo a Camerino e nelle terre terremotate, ma anche proprio nella costruzione degli strumenti fatti insieme. Se si parla con questo livello di attenzione è perché le cose le facciamo insieme.

Tra le città maggiormente colpite c’è Camerino. Fabio Colagrande ha intervistato il direttore della Caritas locale, don Luigi Verolini:

R. – E' spettrale perché girano solo camionette dei vigili del fuoco, della polizia… Non si può entrare nella piazza centrale dove sta la cattedrale, dove sta l’episcopio… Ci sono cumuli di macerie e la gente si è riversata tutta in una località dove c’è un grande palazzetto dello sport ed è lì accampata.

D. – E le scosse continuano ...

R. – Continuano le scosse, fanno paura, ma un po’ di meno perché è uno sciame sismico e speriamo che tra poco sia finito.

D.  – Quali sono le necessità della popolazione oltre a quella di trovare un tetto? Ci sono problemi anche per le attività commerciali, industriali?

R. – Per le attività commerciali c’è qualche problema, ma non molti… Ci sono difficoltà economiche ma non gravi perché speriamo che lo Stato dia il contributo per restaurare gli edifici. Il problema principale è la paura e noi della Caritas abbiamo organizzato dei gruppi di ascolto, chiamiamoli così, che vanno ad incontrare la gente. Il nostro lavoro procede abbastanza bene.








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