2016-10-27 16:00:00

Ferrara, Melchionda (Dossier immigrazione): no al conflitto


Accoglienza, integrazione, nuova cittadinanza

“Da 26 anni con il nostro Dossier cerchiamo di informare per far crescere la consapevolezza dei fenomeni migratori e quest’anno abbiamo scelto tre parole chiave: accoglienza, integrazione e nuova cittadinanza, tre aspetti che non possono essere separati”. Lo afferma Ugo Melchionda, presidente del Centro Studi e Ricerche Idos, in occasione della presentazione del Dossier Statistico immigrazione 2016. “Abbiamo il dovere giuridico e morale di accogliere i profughi – spiega - ma ci sono anche 5 milioni di migranti stanziali che sono in Italia da venticinque anni e più, che abbiamo il dovere di integrare, e poi i giovani di origine straniera nati in Italia che sono i nuovi cittadini”.

Troppo facile disprezzare chi respinge

“Rispetto a queste tre realtà – agginge - dobbiamo sforzarci di trovare soluzioni ‘non conflttuali’. Il caso dei centri in provincia di Ferrara in cui la popolazione ha rifiutato di accogliere i profughi è esemplare. Da un lato abbiamo delle povere donne in fuga dalle persecuzioni e per di più in stato di gravidanza. Dall’altra dei cittadini italiani che hanno le loro difficoltà economiche. E’ troppo facile dire che questi trecento italiani hanno torto marcio e disprezzarli. Quello che va fatto è trovare soluzioni che tengano presente le esigenze di entrambi. Fargli capire che quei pochi migranti non possono costituire un problema per loro. Trovare una soluzione terza che vada oltre il conflitto alimentato da qualcuno che ha interesse ad alimentarlo, l’ignoranza di queste persone e i diritti dei migranti. Schierarsi a corpo morto da un lato o dall’altro delle barricate è sbagliato”.

Soluzioni consensuali

“Lo Stato e la società civile devono avere la capacità di trovare assieme, consensualmente, soluzioni convincenti per tutti o queste situazioni di scontro si ripeteranno in ogni comune. Non si può né reprimere, né cedere: bisogna creare un meccanismo sociale che prenda in considerazione le ragioni degli uni e degli altri e trovi una soluzione che rassicuri gli italiani e dia un’accoglienza doverosa ai rifugiati. Gli italiani, che magari vivono in situazioni di povertà, non devono vivere questa esperienza come invasione e dall’altra ai rifugiati va riconosciuta una dignità, non possono essere considerati pacchi da rispedire al mittente. La politica, la società civile e la Chiesa devono affrontare questa sfida con questo livello di consapevolezza, oppure saremmo tutti a perdere”. 








All the contents on this site are copyrighted ©.