2016-10-25 06:00:00

Parroco di Arquata: temiamo tempi biblici per la ricostruzione


A due mesi dal terremoto che ha colpito il Centro Italia, la gente spera di non essere abbandonata dalle istituzioni e dai media. Ad Arquata del Tronto sono state individuate sei aree idonee a ospitare circa 160 casette di legno temporanee: dovrebbero arrivare nella primavera del prossimo anno. I terremotati hanno ricevuto i soccorsi richiesti nell'emergenza ma ora temono che la ricostruzione proceda a rilento. Ascoltiamo don Francesco Armandi, parroco ad Arquata del Tronto, al microfono di Clarissa Guerrieri:

R. – Attualmente di ricostruzione ancora non se ne parla… Hanno sistemato le persone, che sono state spostate negli appartamenti o negli alberghi; i paesi sono stati vuotati, ma ancora la ricostruzione non sembra essere tra le priorità.

D. – Cosa si aspetta la gente? Sono stati soddisfatti bisogni ed aspettative?

R. – Finora abbastanza... Ma adesso la gente si aspetta la ricostruzione, che comincino a rimuovere le macerie, a mettere in sicurezza le case, così che si possa di nuovo accedere ai paesi. Al momento non si può entrare neanche nelle case che sono agibili, perché il paese è inagibile. La gente ora si aspetta questo e si aspetta che la ricostruzione non sia una cosa da tempi biblici…

D. – Come è andata e come è cambiata la sua vita da parroco?

R. – La mia vita da parroco è cambiata tantissimo! Io avevo cinque paesi e ogni giorno mi recavo in uno; la domenica e il sabato cercavo di andare in tutti i paesi per il mio servizio religioso… Adesso le mie pecore sono veramente smarrite. Ogni tanto cerco di organizzare un incontro, qua è là, nei vari centri in cui sono stati - diciamo - “esiliati” e quindi ad Ascoli, a San Benedetto… Ma sono cose molto difficili da fare, perché è difficile far arrivare i messaggi e gli orari a tutti. E’ quello che possiamo fare…

D. – La Chiesa sta svolgendo un ruolo umanitario con questa ricostruzione. Ce ne può parlare?

R. – Certamente! La Chiesa svolge questo lavoro, che è un lavoro spirituale ma anche umano, anche perché le due cose non possono essere disgiunte. 








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