2016-10-24 14:00:00

Iraq: prosegue l’offensiva su Mosul, oltre 700 jihadisti uccisi


Ad una settimana dall’inizio delle operazioni, prosegue l’offensiva dell’esercito iracheno e dei peshmerga curdi per  strappare Mosul al controllo dello Stato Islamico. Secondo un primo bilancio del governo di Baghdad, sono 772 i miliziani dell'Is uccisi finora, mentre si è conclusa dopo tre giorni la battaglia di Kirkuk, cominciata venerdì scorso dopo un attacco a sorpresa dei jihadisti. Il servizio di Marco Guerra:

La battaglia infuria alla periferia di Mosul ma si hanno notizie di combattimenti anche nei pressi di Bashiqa, Sinjar e Kirkuk. In queste ultime due località la situazione sembra tornata sotto il controllo dell’esercito di Baghdad e dei peshmerga curdi. A Sinjar i miliziani dell’Is sono stati respinti dopo un attacco a sorpresa, 15 i jihadisti uccisi. Altri 74 guerriglieri del califfato hanno perso la vita dopo tre giorni di scontri a Kirkuk, parecchi altri sono stati catturati, tra i quali l’emiro dell'Is  Abu Islam al-Ansarai, considerato la ‘mente’ del sanguinoso assalto. Al bilancio delle ostilità vanno aggiunti ulteriori 46 morti tra le  forze di sicurezza. L'obiettivo di questi attacchi è quello di  distogliere le forze curde irachene dall'offensiva verso Mosul e assicurare le vie di rifornimento verso la Siria. Grande è la preoccupazione per la situazione umanitaria. Per una testimonianza sentiamo, da Erbil, Mustafa Jabar rappresentate Focsiv nel Kurdistan iracheno:

R. – L’offensiva dell’esercito iracheno e dei Peshmerga è  ancora intorno a Mosul e stanno avanzando anche velocemente. Tuttavia, le zone riconquistate erano già vuote - quasi vuote -, quindi ancora la situazione non è molto grave. Da quando è cominciata l’offensiva, il 17 ottobre scorso, sono arrivati circa 5mila sfollati. Però, sicuramente, si teme quando arriveranno proprio al centro della città, cioè del capoluogo Mosul. E lì sarà una cosa molto drammatica, perché si prevedono dai 700 a un milione di sfollati.

D. – Lo Stato Islamico però non si arrenderà così facilmente. Abbiamo visto che oggi i Peshmerga hanno respinto un attacco a Sinjar…

R. – È prevedibile che all’interno della città di Mosul ci sarà una battaglia feroce e molto difficile, sia per l’esercito iracheno. Secondo gli accordi tra il governo locale regionale curdo con Baghdad, i Peshmerga non entreranno nella città di Mosul; ci deve entrare solo l’esercito iracheno e la polizia nazionale irachena. Si prevede una battaglia difficilissima; e purtroppo, come ho detto, l’esodo di centinaia di migliaia di persone: tra i 700 e un milione di sfollati che sicuramente arriveranno nella zona del Kurdistan, e una parte anche verso il centro dell’Iraq, nella provincia di Salahuddin. Però la maggior parte arriverà sicuramente nella provincia di Erbil e di Durok.

D. – Sul terreno si vedono anche truppe straniere oltre all’esercito di Baghdad e i Peshmerga?

R. – C’è l’aviazione delle forze alleate, la maggior parte delle quali è composta da americani, che vengono a bombardare. Poi, c’è anche la polemica turco-irachena perché una base turca è vicino a Bashik, proprio dove ieri ci sono stati dei combattimenti tra i Peshmerga e l’Is. Però ancora non si sono mossi: sono lì, all’interno della base militare vicino a Bashika. Il resto è formato dai consiglieri militari, sicuramente italiani, americani, canadesi e tedeschi, però questi ultimi non si trovano sul terreno dei combattimenti: sono lì per addestrare i Peshmerga e l’esercito iracheno.

D. – Le associazioni umanitarie si stanno muovendo?

R. – Sì, noi ci stiamo già preparando per affrontare quest’emergenza umanitaria. Sicuramente la parte grossa la dovranno fare le agenzie dell’Onu, il governo iracheno, il governo locale regionale curdo; e poi le Ong, come noi della Focsiv, che ci stiamo preparando soprattutto per fornire i beni di prima necessità – acqua, cibo… - visto che andiamo anche verso l’inverno: quindi generi che servono soprattutto per l’inverno, come coperte, combustibili o cose del genere.

D. – Lei ha parlato di una veloce avanzata e di combattimenti, però si prevede che sarà ancora lunga la battaglia per Mosul…

R. – Sì, io non sono un militare, ma un ex combattente Peshmerga. Sicuramente sarà lunga, difficile e catastrofica. Questo purtroppo lo dico perché la situazione non prevede una soluzione di breve termine, ma andrà avanti almeno per mesi.








All the contents on this site are copyrighted ©.