2016-10-22 12:13:00

Francesco ricorda il "Non abbiate paura" di Giovanni Paolo II


Un pensiero particolare, durante i saluti al termine dell'udienza giubilare, il Papa lo ha rivolto ai pellegrini polacchi nel giorno della Memoria liturgica di San Giovanni Paolo II. Francesco ne ha rilanciato l’eredità spirituale con l’invito ad essere, come Lui, perseveranti nella fede, ed è tornato col pensiero anche ai momenti salienti della Giornata mondiale della Gioventù dell’estate scorsa a Cracovia. Le parole del Papa nel servizio di Gabriella Ceraso:

Giovanni Paolo II: fede plasmata nella storia
“Esattamente trentotto anni fa, quasi a quest’ora, in questa Piazza risuonavano le parole rivolte agli uomini di tutto il mondo: Non abbiate paura! (…) Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo”.

Era il 22 ottobre del 1978 inizio del Pontificato di San Giovanni Paolo II che aveva plasmato, ricorda Francesco, la sua “profonda spiritualità” nella millenaria eredità storico culturale polacca e che era per Lui “fonte di speranza, potenza e coraggio”, con cui esortava il mondo ad accogliere Cristo:

“Quest’invito si è trasformato in un’incessante proclamazione del Vangelo della misericordia per il mondo e per l’uomo, la cui continuazione è quest’Anno Giubilare”.

Siate testimoni dell'amore di Dio
Ai pellegrini polacchi di oggi il Papa augura dunque la stessa "perseveranza nella fede, nella speranza e nell’amore" ricevuti in eredità e che, grazie all'appello del "grande Connazionale" si risvegli in ciascuno la "fantasia della misericordia", per continuare ad essere testimoni dell’amore di Dio a chi ne ha bisogno.

Quindi la memoria di Francesco va alla Gmg di Cracovia del luglio scorso, a 1050 anni dal Battesimo ricevuto dal popolo polacco e il suo grazie “immenso a Dio” è  innanzitutto per aver conosciuto la patria del suo amato predecessore:

“Rendo grazie anche per il silenzio concessomi nel luogo del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. In questo silenzio il messaggio della misericordia assume un’inaudita importanza!".

Un grande applauso ha accolto le parole di Papa Francesco quando ha parlato di Giovanni Paolo II. Ma ascoltiamo dai fedeli presenti in Piazza San Pietro cosa ricordano di Papa Wojtyła:

R. – Tanta bontà ho visto nei suoi occhi, ho sentito nella sua voce. E poi anche una apertura ai giovani, una disponibilità ad ascoltare le problematiche di questa era. E’ un po’ un messaggio di speranza, senza discriminazioni e senza barriere.

R. – La sua visione globale del mondo, viste le sue origini sofferenti in quei Paesi sotto l’Unione Sovietica. Quindi ha avuto una visione, è riuscito ad attuare una svolta, riuscendo ad avvicinare l’Est riportandolo sulla via della democrazia e della fede.

D. – Un ricordo particolare, anche lui, lo ha lasciato per come ha vissuto la malattia…

R. – Dobbiamo far riferimento a lui, perché lui ci ha dimostrato di essere un Papa-uomo: ha sofferto come tutti noi e ha dimostrato di saper soffrire. A volte anche con degli scatti quasi di rabbia, quando non poteva parlare… E’ quello che ce lo ha fatto essere tanto caro!

R. – E’ stato mitico, specialmente nelle Giornate mondiali per i giovani, nei suoi viaggi di evangelizzazione, di preghiera. E’ stato un santo in vita e un santo è adesso.

D. – Papa Francesco oggi lo ricorda come un testimone di fede…

R. – Ha dato molto! Ha aperto le porte per entrare nella fede: ha evangelizzato tanto, tanto! In tutto il mondo… Speriamo che ci aiuti dall’aldilà. Anche mia mamma è morta per la stessa malattia e diceva, guardandolo in televisione: “Il Papa è ammalato come me”… Mi viene solo da piangere e da pregare.

D. – Da dove viene?

R. – Provengo dalla Polonia.

D. – Oggi memoria liturgica di Giovanni Paolo II. E un saluto particolare Papa Francesco lo rivolge proprio al popolo polacco. Cosa è stato per la Polonia, per i giovani polacchi in particolare, Giovanni Paolo II, ora santo?

R. – Bisogna anzitutto ricordare le sue parole “Non abbiate paura”. Per noi, per noi giovani polacchi, la sua lezione era proprio un segno a non aver paura di niente, ad andare controcorrente. E i valori cristiani, i valori della vita, i valori della famiglia sono un po’ controcorrente e il suo messaggio per i giovani è questo: non abbiate paura anche di essere cristiani e di testimoniarlo. I giovani che hanno potuto incontrare Giovanni Paolo II ricordano anche una cosa particolare: il suo sguardo. Quando vedevano Giovanni Paolo II e lui li guardava, pensavano: “Il Papa guarda proprio a me! Non gli altri, ma proprio me!”. Questo valore di incontro personale: incontro personale con il Papa, ma poi anche un incontro personale con Dio.

R. – In tanti di noi abbiamo scoperto la vocazione grazie a lui: lui parlava di quanto fosse bello dare la vita a Dio e che vale la pena sempre dare la vita a Dio. A Madrid - per esempio - ha detto a noi giovani che erano 56 anni che aveva dato la vita a Cristo e che valeva la pena dedicare la propria esistenza per la causa di Cristo. E ha incoraggiato, tutti quelli che sentivano la chiamata, a seguirlo e a dare tutto per Cristo. Io sono entrata in quel momento e so anche di tanti miei amici che hanno scelto la vocazione grazie alle sue parole e al suo esempio. Ed era già grande e malato: è morto l’anno dopo… Grazie al suo esempio noi abbiamo seguito Cristo.








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