2016-10-17 13:58:00

Pedofilia e pornografia minorile. Don Di Noto: è un fenomeno mondiale


Oggi si riunisce il nuovo Osservatorio per il contrasto della pedofilia e pornografia minorile.L'Italia è uno dei Paesi più attivi nella lotta a questi due fenomeni. Andrea Walton ha intervistato Don Fortunato Di Noto uno dei componenti dell'Osservatorio e fondatore della Mater Onlus che lotta da decenni contro questa piaga diffusa a livello mondiale. Lo stesso don Di Noto - che ha proposto una mozione, approvata dal Parlamento italiano nel 1997 per il contrasto alla pedofilia e pedopornografia - fa il punto su questi 25 anni di attività

R. – Certamente, 25 anni di attività sono importantissimi: pionieri nel campo, abbiamo cercato di dare contributi molto forti, molto intensi, soprattutto per una lotta fattiva, concrea, non certamente rappresentativa. Evidentemente, si deve fare molto di più perché il fenomeno è molto grave: è un fenomeno mondiale, oltre ché rescritto nei territori italiani. Quindi credo che l’impegno continuerà: continuerà sempre; i numeri delle nostre segnalazioni e l’aiuto concreto alle vittime con il Centro di ascolto è la dimostrazione che il fenomeno è veramente presente e tristemente grave.

D. – Che funzioni avrà e come lavorerà l’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile?

R. – Bè, l’Osservatorio nazionale ha una sua funzione ben definita con il regolamento che fu dato molti anni fa; evidentemente, l’Osservatorio ha l’intenzione di coordinare le migliori forze in campo italiano, in accordo poi con l’Europa, per favorire o migliorare le leggi, per creare – dato che ancora oggi è molto vago – la banca dati della raccolta dei dati per quanto riguarda gli abusi e la pedofilia e la pedopornografia; e poi, tutte le azioni in accordo europeo che permetterebbero un programma nazionale che incida molto nella prevenzione, perché la prevenzione è di fondamentale importanza: nelle scuole, nella possibilità di incontrare gli studenti, nelle famiglie …

D. – Lei come si augura che lavorerà, il nuovo Osservatorio?

R. – Io credo – e ne siamo fermamente convinti – che se non c’è una capacità e una volontà di lavorare insieme, già l’azione di lotta alla pedofilia è una lotta perdente. Guai a pensare che ognuno possa fare da sé: lo dicevo già prima, il fenomeno è certamente molto più forte. I nostri dati, che sono dati certi, dati verificabili, i numeri dicono che è necessaria una maggiore collaborazioni anche tra istituzioni e istituzioni e tra istituzioni e società civile. Spesso questo viene a mancare anche perché manca il flusso dei dati e soprattutto delle possibili occasioni per indagare le persone che fanno questo turpe mercato perché se manca la collaborazione, la lotta ha delle difficoltà.

D. – Cosa può fare l’Italia per aumentare il contrasto alla pornografia minorile e alla pedofilia?

R. – Ma, l’Italia credo che abbia strumenti legislativi importanti, anche strumenti di raccordo con alcuni Paesi e non tutti; però, se non si pensa che il fenomeno della pedofilia e della pedopornografia sia un fenomeno mondiale, l’italiano che commette questo tipo di reato può commetterlo anche all’estero e non c’è la collaborazione per avere i dati necessari per individuarlo e di conseguenza contrastare il fenomeno, l’Italia potrebbe fare poco o potrebbe fare molto di più nella misura in cui anche altri Stati riescono a fare molto di più nella collaborazione. Questa non è un’accusa, ma è un dato di fatto: certo che nella collaborazione si ha la possibilità di salvare qualche bambino, perché poi, in fondo, la cosa più tragica è che il coinvolgimento dei bambini che vanno – soprattutto nel mondo della pedofilia e della pedopornografia da 0 anni – cioè da neonati! – massimo fino a 12 anni, perché di queste età si nutrono le pedofilia e il pedofilo, allora dovremo automaticamente veramente sobbalzare un po’. L’Italia potrebbe fare come punta di diamante molto, e molto di più.








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