2016-10-15 19:59:00

Siria, al via colloqui a Losanna. Mons. Audo: chiediamo pace


Riunione internazionale dedicata alla Siria, oggi a Losanna, in Svizzera. Allo stesso tavolo si sono ritrovati rappresentanti di Russia, Stati Uniti, assieme a quelli dei paesi mediorientali coinvolti,  con l’emissario dell’Onu Staffan de Mistura. Assenti gli europei. Un incontro organizzato essenzialmente per fermare la carneficina in corso, e che è stato preceduto da un faccia a faccia di 40 minuti tra i capi delle diplomazia di Russia, Lavrov, e di Usa Kerry. Da Losanna, Stefano Marchi:

In uno scetticismo generale, è in corso un nuovo tentativo diplomatico di ristabilire il cessate il fuoco in Siria, almeno ad Aleppo Est e alla periferia di Damasco, prive degli indispensabili aiuti umanitari. Da questo pomeriggio a Losanna, il segretario di Stato americano Kerry e il ministro degli Esteri russo Lavrov sono riuniti con i loro omologhi di Paesi mediorientali influenti e, in gran parte, coinvolti nella guerra civile siriana. Si tratta di Turchia, Arabia Saudita, Qatar, Iran, Iraq, Egitto e Giordania. Uno dei maggiori ostacoli a un accordo tra le parti è il dissenso sulla distinzione tra ribelli siriani moderati e quelli da considerare terroristi, contro cui la stessa ONU prescrive di combattere. Nel contempo, le Nazioni Unite richiedono che l’opposizione armata moderata e il Governo di Al Assad cessino di affrontarsi e riprendano i negoziati per un Esecutivo comune di transizione. Tuttavia, ad Aleppo Est, assediata e bombardata da Russia e governo siriano, sono presenti non solo l’ex Jabha An Nusra, aderente ad Al Qaida, ma anche gruppi armati integralisti sostenuti da Arabia Saudita e Stati Uniti, e definiti terroristi da Damasco e Mosca.

Intanto proseguono i bombardamenti: 15 i morti oggi nella provincia di al-Raqqa. Ieri, inoltre, ha fatto il giro del mondo il disperato appello delle Carmelitane di Aleppo alla comunità internazionale affinché ponga fine a questa guerra. Per una testimonianza dalla martoriata città, Roberta Barbi ha sentito mons. Antoine Audo, presidente di Caritas Siria e vescovo caldeo di Aleppo:  

R. – Quella delle Carmelitane è una testimonianza seria, degna di fiducia. Si tratta di tre suore carmelitane francesi di grande qualità che sono qui da anni con altre religiose siriane. Io le conosco bene: ogni mercoledì mi reco da loro per celebrare la Messa e passare un po’ di tempo con loro. Per noi è importante far sapere che nella parte Ovest, dove ci sono due milioni di abitanti, ci sono molti cristiani che abitano nel loro quartiere, ma anche tanti che sono partiti. Nessuno parla di tutte queste bombe che cadono ovunque, anche sui cristiani.

D. - Fino a poco tempo fa le organizzazioni umanitarie operavano solo nella parte della città controllata dai miliziani…

R. - Noi come Caritas ci troviamo sul posto. Ci sono tanti gruppi che lavorano, come la Croce Rossa, si fa un lavoro organizzato ma il problema è che da noi questi bombardamenti ci sono ogni giorno dappertutto e nessuno ne parla. Ad esempio, ieri mattina hanno bombardato una scuola nel quartiere cristiano, hanno ucciso quattro o cinque bambini, una cinquantina di feriti. Una scuola!

D. - Perché secondo lei i mezzi di comunicazione non parlano di Aleppo Ovest?

R. - Penso che quelli che hanno il controllo delle informazioni dell’Occidente hanno un’agenda politica. Dobbiamo come cristiani, come gente onesta, chiedere chi c’è dietro questa manipolazione, questa strumentalizzazione dei media. Questo è molto chiaro per noi.

D. - Secondo le stime più aggiornate i cristiani rimasti ad Aleppo sono appena 35mila. Che futuro per queste persone? Quali speranze?

R. - Penso che se la guerra va avanti nessuno rimarrà ad Aleppo. Questa è la mia convinzione. Chi può parte. Solo quelli che non possono, quindi i poveri e gli anziani rimangono qui. A poco a poco sarà la fine di questa bella comunità cristiana di Aleppo. Questo è il nostro dramma e questa è la nostra sofferenza. Cerchiamo di fare tutto quello che possiamo. Diciamo: “Pace! Pace! Pace”, ma dall’altra parte non c’è pace, bensì “ Guerra! Guerra! Guerra”. Fino alla distruzione. 








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