2016-10-15 12:17:00

Il Papa ai nonni: siete parte essenziale della Chiesa e della società


Costruire una società più inclusiva dove gli anziani non siano considerati “improduttivi” ma testimoni preziosi “della cultura della vita” in una società che spezzo mitizza solo l’apparenza. Così il Papa (nel suo discorso) ricevendo in Aula Paolo VI i 7 mila rappresentanti dell’Associazione nazionale lavoratori anziani (Anla) e di Senior Italia FederAnziani, riuniti in una giornata di riflessione e preghiera, inserita nel contesto della Festa dei Nonni. Il servizio di Giada Aquilino:

Contrastare la cultura “nociva” dello scarto, che emargina gli anziani ritenendoli “improduttivi”. Questa l’esortazione di Francesco a istituzioni e realtà sociali per aiutare la “cosiddetta terza età”, di cui anche il Papa ricorda di far parte, ad esprimere “al meglio” le proprie capacità e per far sì che la dignità delle persone anziane sia sempre “rispettata e valorizzata”:

“I responsabili pubblici, le realtà culturali, educative e religiose, come anche tutti gli uomini di buona volontà, sono chiamati a impegnarsi per costruire una società sempre più accogliente e inclusiva”.

Francesco invita a “non lasciare” che tale cultura dello scarto “vada avanti” e racconta di aver sentito dalla nonna la storia di una famiglia che aveva relegato il nonno in un’altra stanza, perché oramai così malato da mangiare stentatamente: fu il nipote a far capire al padre l’importanza di essere una famiglia unita:

“I bambini naturalmente sono molto attaccati ai nonni e capiscono cose che soltanto i nonni possono spiegare con la loro vita, con il loro atteggiamento”.

E’ importante anche, aggiunge, favorire il legame tra generazioni:

“Il futuro di un popolo richiede l’incontro tra giovani e anziani: i giovani sono la vitalità di un popolo in cammino e gli anziani rafforzano questa vitalità con la memoria e la saggezza”.

Il Papa spinge dunque i nonni a parlare con i propri nipoti, ricordando che quando Giuseppe e Maria portarono il Bambino Gesù al Tempio, trovarono a riceverlo due nonni, che erano “la saggezza del popolo” e che lodavano Dio affinché tale saggezza “potesse andare avanti con questo bambino”:

“Lasciate che loro vi facciano domande. Sono di una peculiarità diversa dalla nostra, fanno altre cose, a loro piacciono altre musiche…, ma hanno bisogno degli anziani, di questo dialogo continuo. Anche per dare loro la saggezza”.

In un mondo come quello attuale, nel quale - sottolinea il Pontefice - “sono spesso mitizzate la forza e l’apparenza”, sono gli anziani ad avere la missione di testimoniare “i valori che contano davvero e che rimangono per sempre”, perché “inscritti nel cuore di ogni essere umano e garantiti dalla Parola di Dio”:

“Siamo chiamati a operare per lo sviluppo della cultura della vita, testimoniando che ogni stagione dell’esistenza è un dono di Dio e ha una sua bellezza e una sua importanza, anche se segnate da fragilità”.

La Chiesa guarda alle persone anziane “con affetto, riconoscenza e grande stima”, evidenzia il Papa, perché sono - e lo ripete due volte - “parte essenziale” della comunità cristiana e della società, rappresentando “le radici e la memoria” di un popolo:

“Voi siete una presenza importante, perché la vostra esperienza costituisce un tesoro prezioso, indispensabile per guardare al futuro con speranza e responsabilità. La vostra maturità e saggezza, accumulate negli anni, possono aiutare i più giovani, sostenendoli nel cammino della crescita e dell’apertura all’avvenire, nella ricerca della loro strada”.

Gli anziani, aggiunge infatti Francesco, testimoniano che, anche “nelle prove più difficili”, non bisogna “mai perdere la fiducia in Dio e in un futuro migliore”:

“Sono come alberi che continuano a portare frutto: pur sotto il peso degli anni, possono dare il loro contributo originale per una società ricca di valori e per l’affermazione della cultura della vita”.

Il loro impegno “all’aiuto e al sostegno verso gli altri” è indubbio e “prezioso”, riflette ancora il Papa pensando ad esempio a “quanti si rendono disponibili nelle parrocchie” per il loro decoro o come catechisti, animatori della liturgia, testimoni di carità. Quindi il ruolo nell’ambito familiare:

“Quanti nonni si prendono cura dei nipoti, trasmettendo con semplicità ai più piccoli l’esperienza della vita, i valori spirituali e culturali di una comunità e di un popolo! Nei Paesi che hanno subito una grave persecuzione religiosa, sono stati i nonni a trasmettere la fede alle nuove generazioni, conducendo i bambini a ricevere il battesimo in un contesto di sofferta clandestinità”.

Ci sono poi tanti anziani, osserva il Papa, che convivono con la malattia, con difficoltà motorie e hanno bisogno di assistenza. Francesco si sofferma a ringraziare il Signore per le molte persone e strutture che si dedicano a un quotidiano servizio agli anziani, “per favorire adeguati contesti umani, in cui - afferma - ognuno possa vivere degnamente questa importante tappa della propria vita”:

“Gli istituti che ospitano gli anziani sono chiamati ad essere luoghi di umanità e di attenzione amorevole, dove le persone più deboli non vengono dimenticate o trascurate, ma visitate, ricordate e custodite come fratelli e sorelle maggiori. Si esprime così la riconoscenza verso coloro che hanno dato tanto alla comunità e sono la sua radice”.

Nei saluti finali, il Pontefice auspica che la società possa vedere sempre il sorriso e la “bella luminosità” degli occhi degli anziani, invitando a pregare la nonna di Gesù, Sant’Anna, affinché “ci insegni a essere buoni e saggi nonni”.








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