2016-10-13 13:45:00

Vegliò: accogliere piccoli migranti in fuga dalla morte


Il Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato si concentra sulla drammatica situazione di milioni di minori costretti per diversi motivi a lasciare il loro Paese. Le stime delle organizzazioni internazionali parlano di 50 milioni di bambini. Non respingere i migranti: è quanto auspica il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, che in occasione della pubblicazione del Messaggio ha incontrato i giornalisti in Sala Stampa vaticana. Uno dei punti centrali del testo riguarda lo sfruttamento a cui i minori migranti vanno incontro, specialmente quelli soli. Debora Donnini ne ha parlato con lo stesso cardinale Vegliò:

R. – Questo è un problema enorme, perché si sa dove vanno a finire: nella criminalità. Non di loro volontà, poverini, sono piccoli, anche se sono giovanotti. Se non hanno un ambiente sereno, se non vivono in un ambiente che li accoglie, che li capisce, prima o poi vanno a finire nella criminalità, o volendolo o essendo costretti. Se poi parliamo di bambini, loro non lo vogliono, non possono volerlo: vogliono solo essere bambini, ma non possono esserlo.

D. – La Chiesa, concretamente, come può aiutare l’integrazione, che è uno dei punti centrali anche per i minori che arrivano in Occidente?

R. – Credo che la cosa principale che la Chiesa debba fare e sta facendo, è sensibilizzare la gente verso l’altro: è un individuo che ha il diritto di essere rispettato e, se parliamo del migrante, di emigrare, di avere un’educazione, di avere una casa, come ognuno di noi. Sensibilizzare a questa mentalità.

D. – La situazione è particolarmente grave in questo momento in Siria - penso ad Aleppo Est, in particolare - ma è anche una situazione che si ripercuote su quanti fuggono e arrivano in Occidente…

R. – E’ grave per tutti, ma per le piccole creature la situazione è sempre più grave. Un bambino, poverino, è inerme, piccolo e anche straniero quando viene qui. Quindi se uno ci pensa, fa solo tristezza, quando qualcuno dice: “Tornino al loro Paese!”. Ma quale Paese? Tornare dove c'è la guerra a morire?








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