2016-10-13 13:34:00

Sale tensione Usa-Russia, ad Aleppo si continua a morire


In attesa che si sblocchi lo stallo diplomatico, la Siria rimane un campo di battaglia. Anche oggi raid e bombardamenti. Ancora una volta colpita soprattutto la zona di Aleppo con numerose vittime nella popolazione civile già stremata da quasi sei anni di conflitto. Il servizio di Giancarlo La Vella:

Secondo fonti dell’opposizione, 13 persone hanno perso la vita e altre 25 sono rimaste ferite a causa di un raid aereo delle forze russe su Aleppo. I raid hanno preso di mira i quartieri orientali controllati dai ribelli. Ma sempre oggi, almeno quattro bambini sono stati uccisi invece nella parte occidentale della città controllata da Damasco. I minori sono rimasti vittime del lancio di quattro missili, che hanno colpito la loro scuola. Testimoni oculari parlano di decine di morti. Intanto nella comunità internazionale la Gran Bretagna annuncia contatti con gli Stati Uniti, per valutare risposte comuni più efficaci alla crisi siriana, compresa l’opzione militare. La ha detto oggi il capo del Foreign Office, Boris Johnson, durante un'audizione in commissione parlamentare.

Sempre sul fronte diplomatico cresce la tensione tra Stati Uniti e Russia. Sul tavolo le accuse di hackeraggio nella corsa alla Casa Bianca da parte di Mosca, ma soprattutto la politica aggressiva russa in Siria e la militarizzazione in atto, con alleanze che arrivano fino all’Egitto. Sia la Germania che la Gran Bretagna tornano a parlare di sanzioni, ma l’urgenza rimane la tregua a fini umanitari. Ma come inquadrare le nuove  tensioni Usa-Russia? Gabriella Ceraso lo ha chiesto Jean-Pierre Darnis, direttore del Programma Sicurezza e Difesa dell'Istituto Affari Internazionali:

R. – Questi toni, purtroppo, sono ormai familiari con la Russia, perché la Russia di Vladimir Putin crea un consenso interno – tra l’altro con un equilibrio tra tendenze moderate e tendenze ancora più nazionaliste – e crea questo consenso interno basandosi su una lettura molto particolare del rapporto con l’esterno. Quindi, un complotto dell’esterno contro la Russia e la necessità anche, percepita e dichiarata, di avere una sfera di influenza che riprenderebbe in qualche modo la vecchia Unione Sovietica, insomma un concetto geopolitico.

D. – Quindi lei come lo definirebbe questo stato di fatto ad oggi?

R. – Non è una guerra fredda. La Russia è in una fase molto calda di affermazione nazionalista. Una guerra, uno scenario di guerra totale sembra da escludere, però i pericoli ci sono; la percezione della minaccia è reale. Quindi crea di fatto uno stato di tensione che è molto preoccupante.

D. – Per quanto riguarda la Siria, sabato è previsto questo nuovo vertice tra Lavrov e Kerry a Losanna. Si dice che si aprirà un nuovo spiraglio per la tregua, però in effetti sul territorio c’è una militarizzazione potente della Russia, che ora si sta riavvicinando anche all’Egitto, alleato americano. E’ questo il motivo del crescere della tensione?

R. – Io credo che Mosca giochi una partita estremamente realista, quindi di potere duro, reale, territoriale e militare. E’ molto difficile ormai la dialettica, perché certamente vanno tenuti aperti il più possibile i canali di discussione e di diplomazia. Questo è fondamentale. Quindi questo incontro va salutato e si può auspicare che produca qualche risultato. Che ci sia l’incontro, però, è già molto importante. Bisogna parlarsi. La Russia sembrava utile in chiave antiterrorista, ma questa utilità ormai sembra superata da una serie di comportamenti militari sul terreno che creano delle sbavature che sono intollerabili. Tutto questo, però, in uno scenario politico estremamente delicato, dove la posizione di richiamo alle diplomazie per calmare i toni è certamente una posizione molto alta, che va ribadita.

D. – Esiste la possibilità che la Russia, messa in difficoltà economica, punti tutto sul rafforzamento appunto militare e territoriale, su questo scontro un po’ più provocatorio con gli Stati Uniti?

R. – Questa è una razionalità che esiste, e che viene difesa da alcuni esperti, che va presa quindi in considerazione. Io non penso che riuscirà. Tutti quanti in Europa avrebbero voglia di vedere nella Russia un partner integrato col quale fare commercio, col quale fare scambi, col quale crescere in modo pacifico, e tantissimo si era fatto in questo senso. Vedere una Russia che torna ad essere un problema e non un atto di cooperazione è una cosa triste. 








All the contents on this site are copyrighted ©.