E’ ancora infuocata la discussione sui social e sulla stampa dopo il secondo duello televisivo fra i candidati alla Casa Bianca ad un mese dal voto. Per la CNN ha vinto Hillary Clinton, ma Donald Trump non è crollato, nonostante tutto. Nello scontro più twittato sui social, hanno prevalso delegittimazione e colpi bassi su donne, migranti, musulmani: ma “gli americani vogliono di più”. Così, sulle prospettive del voto, Giampiero Gramaglia, dell’Istituto Affari internazionali.Gabriella Ceraso lo ha intervistato:
R. – E’ una campagna senz’altro fatta - nell’ultima settimana in particolare – di temi ai margini della politica; però è una campagna a dimensione di almeno uno dei due personaggi: Donald Trump con il suo populismo e la sua pretesa di parlare non politicamente corretto, porta il dibattito, da una parte, su questi temi e, dall’altra, su questi toni.
D. – Si riesce a capire che America vorranno, anche per il resto del mondo?
R. – Da una parte abbiamo le ricette mediaticamente efficaci, ma almeno apparentemente quantomeno frettolose di Donald Trump; e dall’altra parte abbiamo le elezioncine da maestrina, magari un po’ noiose, ma comunque competenti e fondate di Hillary Clinton. Che America emerge? Da una parte una America che si chiude; dall’altra un’America che cerca rapporti coinvolgendo gli altri Paesi e non chiudendosi ad essi.
D. – Di che cosa sentiremo parlare da ora fino al prossimo step?
R. – I temi forti sono stati posti dai cittadini. Magari sono i media che concentrano la loro attenzione sui temi più pruriginosi e che fanno più titolo nell’immediato…
D. – Gli americani, secondo il suo punto di vista, si stanno appassionando a questi due candidati o c’è qualcosa di diverso rispetto alle altre campagne elettorali?
R. – In questa campagna mi sembra che gli americani siano motivati soprattutto dal non far eleggere l’altro: c’è chi vota Hillary purché non venga eletto Trump – per esempio una fetta di moderati - e c’è chi vota Trump purché non venga eletta Hillary. Quindi siamo ad una contrapposizione di negatività. E’ un dato peculiare di questa campagna rispetto ad altre e deriva dal fatto che nessuno dei due candidati ha la capacità di ispirare davvero, di esercitare un appeal positivo sull’elettorato.
D. – E così sarà fino all’8 novembre?
R. – Così sarà fino all’8 novembre, a meno che uno dei due non faccia un passo falso…
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