Erano diverse centinaia i bambini e i ragazzi di Aleppo, cristiani e musulmani, che giovedì scorso, si sono radunati per chiedere con la preghiera e il canto che torni la pace in tutta la Siria. Il raduno - riferisce l'agenzia Fides - si è svolto nell'ampio spazio davanti all'edicifio dell'ex scuola francescana di Terrasanta. Analoghe manifestazioni si sono svolte ieri nelle scuole di Damasco, Homs Yabroud, Tartus.
Appello di pace dei bambini verrà consegnato a Onu e Ue
Nel corso degli incontri, i bambini hanno sottoscritto una petizione da inviare all’Unione
Europea e all'Onu. L'appello per la pace, con tutte le firme dei bambini e dei giovani
sottoscrittori, verrà consegnato nei prossimi giorni ai rappresentanti di Ue e Onu,
nelle sedi di Bruxelles e Ginevra, da tre Patriarchi orientali che portano il titolo
di Antiochia: il greco-melchita Gregoire III, il greco-ortodosso Yohanna X e il siro-ortodosso
Ignatius Aphrem II.
Ad Aleppo situazione di terrore generale
Ad Aleppo, anche nel giorno dell'iniziativa dei bambini a favore della pace, colpi
di artiglieria sono caduti in abbondanza anche sui quartieri controllati dal'esercito
siriano, provocando morti e feriti. “Da settimane” riferisce alla Fides mons. Antoine
Audo, vescovo caldeo di Aleppo, “siamo di nuovo in una situazione di terrore generale,
anche se si cerca di mantenere aperte istituzioni pubbliche come l'università".
Mons. Audo: informazione occidentale manipolata
"Dai quartieri controllati dai ribelli - afferma mons. Audo - arrivano ogni giorno
colpi d'artiglieria con armi sofisticate, che seminano morte, anche se i ribelli non
hanno gli aerei. Tra i soli cristiani, nelle ultime due settimane, ci sono stati più
di venti morti. Ma di quello che succede da noi, i media occidentali non parlano.
A noi che siamo qui, tutto il sistema mediatico globale appare manovrato da interessi
geopolitici che manipolano l'informazione. Tutto diventa pretesto di propaganda. E
si continua a nascondere il ruolo e le operazioni messe in atto da Paesi come la Turchia,
il Qatar e l'Arabia Saudita”. (G.V.)
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