Martedì scorso l'uragano Matthew ha colpito in pieno Haiti, seminando desolazione e morte. Il Paese più povero e vulnerabile delle Americhe che ancora sta cercando faticosamente di riprendersi dal terremoto del 2010, ha dovuto fare i conti con venti che hanno raggiunto 230 chilometri all'ora, piogge torrenziali che hanno causato inondazioni, frane, distruzione delle infrastrutture e perdita del bestiame.
Oltre a morti e sfollati, oltre 1800 case sono state allagate
Secondo un primo rapporto del giorno dopo, 5 ottobre, ci sono stati cinque morti ad
Haiti. Matthew è considerato la peggiore tempesta degli ultimi decenni e la sua violenza
ha lasciato, oltre ai morti, circa 14.500 persone sfollate, costrette a lasciare le
loro case. Si calcola che 1.855 case sono state allagate. L’interruzione delle linee
elettriche e delle comunicazioni rendono molto difficile quantificare l'entità esatta
dei danni.
Colpiti anche i programmi di Caritas Internationalis
Martine Haentjens, responsabile della Caritas Internazionalis ad Haiti, sul posto
al momento del passaggio dell’uragano, ha detto in una nota ripresa dall'agenzia Fides:
"Ho preso contatto con i nostri responsabili nelle diverse regioni del Paese. I nostri
programmi sono stati colpiti, in particolare a Les Cayes, dove quasi tutto è stato
distrutto. Qui tutte le case sono state scoperchiate. Non abbiamo alcuna notizia del
Comune di Jérémie, ma è probabile che, dato come si muove il ciclone, anche questa
regione sia stata gravemente colpita.
Impraticabili le strade del Paese; distrutti anche i ponti
Per quanto riguarda Port-au-Prince, la situazione è sotto controllo, il danno è limitato.
Ma le strade del Paese sono impraticabili, anche i ponti distrutti". La Caritas Internationalis
è attiva sul Paese con progetti di sicurezza alimentare dal terremoto del 2010, ed
ha già stanziato un budget di 50.000 euro per sostenere Caritas Haiti. (C.E.)
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