2016-10-05 17:29:00

Marcia della pace Perugia-Assisi: in cammino anche i ragazzi di Amatrice


Contro l’indifferenza di fronte ai numerosi scenari di guerra che affliggono il mondo. È il filo conduttore della marcia Perugia-Assisi di quest’anno in programma il prossimo 9 ottobre. La richiesta di pace per la Siria e tutti i conflitti in corso nel mondo, anche quelli meno conosciuti. Numerose le adesioni all’evento tra associazioni, comuni e regioni. L’iniziativa è stata presentata presso la sede della Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi) a Roma. Il servizio di Daniele Gargagliano:

La 21° marcia Perugia-Assisi si aprirà con il racconto della famiglia di una vittima di femminicidio, perché la violenza si consuma non solo nella guerra ma anche all’interno delle mura domestiche. A Perugia, partenza alle ore 9, arriveranno partecipanti da 464 città italiane, comprese in 90 provincie. La marcia come crocevia di pace vede quest’anno il sostegno di 251 fra comuni, province e regioni che hanno sostenuto anche economicamente il progetto. 102 le scuole coinvolte per una giornata all’insegna dell’educazione alla pace. Compresa quella di Amatrice come spiega uno degli organizzatori della marcia. Luca Lotti della Tavola della pace:

R. – La pace va fatta dappertutto: vicino a noi, nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità … e quindi era naturale, per noi, avere tra di noi, invitare la scuola di Amatrice che peraltro era impegnata in percorsi di pace anche prima del terremoto; così come ci saranno le scuole di Norcia e di altre città terremotate. E poi, le grandi tragedie del mondo: vicino e lontano, senza muri, senza divisioni, senza cecità. E per questo noi ritorneremo in tantissimi a marciare da Perugia ad Assisi, domenica 9 ottobre. Anche grazie a Papa Francesco che già all’inizio dell’anno, nel messaggio di pace del 1° gennaio, aveva proposto questo slogan – “Vinci l’indifferenza”: noi abbiamo deciso di riprenderlo e di stamparlo nello striscione che aprirà la marcia per la pace Perugia-Assisi in modo che tutti possano risentire l’eco di quella invocazione. Abbiamo bisogno di fare i conti con le nostre responsabilità, non possiamo continuare a chiudere gli occhi di fronte alle tragedie che stanno accadendo da vicino e da lontano a noi. Abbiamo bisogno di capire che ciascuno di noi ha la possibilità e quindi anche la responsabilità di fare pace: di fare pace tutti i giorni in tutti i campi. E ovviamente abbiamo poi, tutti insieme, la responsabilità di chiedere ai governi di fare quello che non hanno ancora fatto, vale a dire fermare le guerre, sradicare la miseria, gestire il fenomeno delle migrazioni in maniera intelligente, in maniera umanamente sostenibile; alleviare le sofferenze di tutti quelli che non ce la fanno, ricostruire una comunità in cui ci si prenda cura gli uni degli altri e dell’ambiente che ci circonda. Ecco: questo ci chiede Papa Francesco e per questo noi ritorneremo in tantissimi a marciare da Perugia ad Assisi, domenica 9 ottobre.

Si tratta anche della prima manifestazione per chiedere a gran voce una vera tregua per il conflitto siriano. Crimini e violenze, lontane e vicine, ma che vanno raccontate e rese pubbliche, così si è espresso il segretario nazionale della Fnsi, Raffaele Lorusso:

R- La Federazione nazionale della stampa italiana ritiene di dover essere luogo di incontro di tutte le culture, a cominciare quindi proprio dalla cultura che afferma la pace. Noi riteniamo che una iniziativa come questa – cioè la marcia della pace Perugia-Assisi – debba diventare un momento per accendere i riflettori dei mezzi di comunicazione sulle troppe zone di guerra che ci sono nel mondo delle quali non si parla. Perché nel mondo non si combattono soltanto le guerre di cui si parla – a cominciare da quella della Siria – ma ci sono tante zone del mondo dimenticate, dove si combattono da decenni guerre sanguinosissime dove muoiono bambini, dove muoiono anziani, dove muoiono donne, di cui non parla nessuno. Sostenere questa iniziativa significa anche lanciare un monito a tutti gli operatori di pace, ma anche a tutti gli operatori dell’informazione.

Durante la conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa c'è stato spazio anche per ricordare l'opera di pace promossa dal gesuita padre Paolo Dall'Oglio, scomparso nel 2013 in Siria. Le parole sono di Sergio Bassoli della Rete della pace:

R. – Quando abbiamo affrontato la crisi, la guerra in Siria, uno dei nostri interlocutori è stato appunto Paolo Dall’Oglio, con il quale abbiamo svolto varie iniziative. Soprattutto per la sua sensibilità e anche per il suo ruolo di essere portavoce di una proposta di soluzione della guerra in Siria, abbiamo avuto modo proprio di condividere in diversi momenti la famosa domanda del “Che fare?” Tra le varie cose che ricordo della sua visione, della sua posizione c’era proprio quella di una fortissima preoccupazione per questo disegno di frazionare la Siria e ridurla a piccoli staterelli etnici, mentre il suo impegno, ormai da siriano, era quello di dimostrare che invece la convivenza di secoli in Siria era la base su cui ricostruire la democrazia. In ogni attività abbiamo sempre presente quello che è stato il suo impegno e non vogliamo dimenticarlo. Speriamo di poter sapere e rivedere Paolo magari tutti insieme in Siria.








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