Primo appuntamento del pomeriggio a Tblisi è stato l’incontro del Papa con i sacerdoti, i religiosi e le religiose nella Cattedrale di S. Maria Assunta a Tbilisi. Ha introdotto l'incontro l'amministratore apostolico, mons. Pasotto, che ha parlato dell'esperienza di questa piccola minoranza cattolica: è una sfida e un'opportunità essere minoranza ma a volte è duro. Poi sono seguite quattro testimonianze: un giovane, una madre di famiglia, un seminarista e un sacerdote.
Guerra mondiale contro il matrimonio, gender grande nemico
Il Papa ha parlato a braccio: oggi “un grande nemico” del matrimonio – ha detto - è “la teoria del gender.
Oggi c’è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio … ma non si distrugge
con le armi, si distrugge con le idee”, sono le “colonizzazioni ideologiche che distruggono”.
Per questo occorre “difendersi dalle colonizzazioni ideologiche”.
Il divorzio sporca l'immagine di Dio
“Il matrimonio – ha detto - è la cosa più bella che
Dio ha creato. La Bibbia ci dice che Dio ha creato ‘uomo e donna li ha creati, a Sua
immagine’. Cioè, l’uomo e la donna che si fanno una sola carne sono l’immagine di
Dio”. Nel matrimonio ci sono difficoltà, incomprensioni,
tentazioni. Spesso si vuole risolvere queste difficoltà con il divorzio. Ma “chi paga
le spese del divorzio? Due persone pagano” ma “di più! Paga Dio, perché quando si
divorzia una sola carne, sporca l’immagine di Dio. E pagano i bambini, i figli. Voi
non sapete, cari fratelli e sorelle, voi non sapete quanto soffrono i bambini, i figli
piccoli, quando vedono le liti e la separazione dei genitori. Si deve fare di tutto
per salvare il matrimonio".
I matrimoni si salvano se si ha il coraggio di fare la pace
"Ma è normale che nel matrimonio si litighi: sì, è
normale. E’ normale. Succede. Alle volte volano i piatti. Ma se è vero amore, lì,
si fa la pace subito. Io consiglio alle coppie: litigate tutto quello che volete;
litigate tutto quello che volete. Ma non finire la giornata senza fare la pace. Sapete
perché? Perché la guerra fredda del giorno dopo è pericolosissima”. “Quanti matrimoni – ha proseguito - si salvano se hanno il coraggio, alla fine
della giornata, non di fare un discorso, ma una carezza, ed è fatta la pace. Ma è
vero, ci sono situazioni più complesse, quando il diavolo si immischia e mette una
donna davanti all’uomo che gli sembra più bella della sua o quando mette un uomo davanti
ad una donna che sembra più bravo del suo. Chiedete aiuto subito. Quando viene questa
tentazione, chiedete aiuto subito”.
Come aiutare le coppie
“E come si aiutano le coppie? Si aiutano con l’accoglienza,
la vicinanza, l’accompagnamento, il discernimento e l’integrazione nel corpo della
Chiesa. Accogliere, accompagnare, discernere e integrare. Accogliere. Accompagnare.
Discernere. Integrare. Nella comunità cattolica si deve aiutare a salvare i matrimoni”.
Le tre parole d'oro: permesso, scusa, grazie
Quindi ribadisce le “tre parole d’oro nella vita del
matrimonio”: permesso, scusa, grazie. “Quando c’è qualcosa che uno fa per l’altro,
sapete dire grazie? E se uno dei due fa una diavoleria, sapete chiedere scusa? E se
voi volete portare avanti un progetto, fare una giornata in campagna … sapete chiedere
l’opinione dell’altro? Tre parole: Posso? Grazie! Scusa! Se nei matrimoni si usano
queste parole - “Ma scusami, sono stato male”; “Ma posso fare questo?” o “Grazie di
quel bel pasto che mi hai fatto” - “Posso?” “grazie”, “scusa”, se si utilizzano queste
tre parole il matrimonio andrà bene, avanti”.
La fede di una donna anziana
Parlando della fede, il Papa cita l’esempio di una
signora molto anziana, un episodio avvenuto alla fine della Messa a Gyumri, in Armenia,
lo scorso giugno. “Era dietro le transenne.
Era una donna umile, molto umile. Mi ha salutato con amore… e mi ha detto questo:
‘Io sono armena, ma abito in Georgia. E sono venuta dalla Georgia!’. Aveva viaggiato
6-8 ore nel bus, per incontrare il Papa”. E il giorno dopo questa stessa signora era
partita per Erevan per incontrare ancora il Papa. “Essere saldi nella fede è la testimonianza
che ha dato questa donna. Credeva che Gesù Cristo, Figlio di Dio, avesse lasciato
Pietro sulla terra e lei voleva vedere Pietro. Saldi nella fede significa capacità
di ricevere dagli altri la fede, conservarla e trasmetterla”.
I nonni trasmettano la fede
Essere saldi nella fede è anche “tenere viva la memoria
del passato, la storia nazionale e avere il coraggio di sognare e di costruire un
futuro luminoso. Saldi nella fede significa non dimenticare quello che noi abbiamo
imparato. Anzi farlo crescere e darlo ai nostri figli. E’ per questo a Cracovia ho
dato come missione speciale ai giovani quella di parlare con i nonni. Sono i nonni
che ci hanno trasmesso la fede. E voi che lavorate con i giovani dovete insegnare
loro ad ascoltare i nonni, a parlare con i nonni per ricevere quell’acqua fresca della
fede, lavorarla nel presente, farla crescere e non nasconderla in un cassetto … No!
Lavorarla, farla crescere e trasmetterla ai nostri figli”. “Una pianta senza radici
non cresce! Una fede senza la radice della mamma e della nonna non cresce! Anche una
fede che mi è stata data e che io non do agli altri, ai più piccoli, ai miei figli
– fra virgolette – non cresce!”.
Come superare i momenti bui della vita
Il Papa ha poi parlato dei momenti bui della vita.
Anche noi consacrati – ha detto – “abbiamo momenti bui. Quando sembra che la cosa
non va avanti, quando ci sono difficoltà di convivenza nella comunità, nella diocesi
… In quei momenti quello che si deve fare è fermarsi. Fare memoria. Memoria del momento
in cui io sono stato toccato o toccata dallo Spirito Santo”. “La perseveranza nella
vocazione è radicata nella memoria di quella carezza che il Signore ci ha fatto e
ci ha detto: ‘Vieni. Vieni con me’. E questo è quello che io consiglio a tutti voi
consacrati: non tornare indietro, quando ci sono le difficoltà. E se volete guardare
indietro: la memoria di quel momento. L’unico. E così la fede rimane salda, la vocazione
rimane salda … Ma con le nostre debolezze, con i nostri peccati … che tutti siamo
peccatori e tutti abbiamo bisogno di confessarci … Ma la misericordia e l’amore di
Gesù sono più grandi dei nostri peccati”.
La Chiesa è donna
Papa Francesco ha quindi parlato di “una Chiesa aperta,
che non si chiuda in se stessa, che sia una Chiesa per tutti, una Chiesa madre - la
mamma è così. Ci sono due donne che Gesù ha voluto per tutti noi: sua madre e la sua
sposa. Ambedue si assomigliano. La madre è la madre di Gesù e lui l’ha lasciata come
madre nostra. La Chiesa è la sposa di Gesù ed è anche la nostra madre. Con la Madre
Chiesa e la Madre Maria si può andare avanti sicuri. E lì troviamo la donna un’altra
volta. Sembra che il Signore abbia una preferenza per portare avanti la fede nelle
donne. Maria, la Santa Madre di Dio; la Chiesa, la Santa Sposa di Dio … è la nonna,
la mamma che ci hanno dato la fede. E sarà Maria, sarà la Chiesa, sarà la nonna, sarà
la mamma, sarà la nonna a difendere la fede. I vostri antichi monaci dicevano questo,
sentite bene: ‘Quando ci sono le turbolenze spirituali, bisogna rifugiarsi sotto il
manto della Santa Madre di Dio’. E Maria è il modello della Chiesa … perché la Chiesa
è donna e Maria è donna”.
Mai proselitismo con gli ortodossi
Infine ha affrontato la questione dell’ecumenismo:
“Mai litigare! Lasciamo che i teologi studino le cose astratte della teologia… Cosa
devo fare io con un amico, un vicino, una persona ortodossa? Essere aperto, essere
amico. Ma devo fare forza per convertirlo? C’è un grosso peccato contro l’ecumenismo:
il proselitismo. Mai si deve fare proselitismo con gli ortodossi! Sono fratelli e
sorelle nostri, discepoli di Gesù Cristo. Per situazioni storiche tanto complesse
siamo diventati così. Sia loro sia noi crediamo nel Padre, nel Figlio e nello Spirito
Santo; crediamo nella Santa Madre di Dio. E cosa devo fare? Non condannare! No, non
posso.. Amicizia, camminare insieme, pregare gli uni per gli altri. Pregare e fare
opere di carità insieme, quando si può. E’ questo l’ecumenismo. Ma mai condannare
un fratello o una sorella, mai non salutarla perché è ortodossa”.
Difendersi dalla mondanità
E ha concluso: “A tutti voi cattolici georgiani, vi
chiedo - per favore - di difenderci dalla mondanità. Gesù ci ha parlato tanto forte
contro la mondanità. E nel discorso dell’Ultima Cena ha chiesto al Padre: ‘Padre,
difendi loro dalla mondanità. Difendi loro dal mondo’. Chiediamo questa grazia tutti
insieme: che il Signore ci liberi dalla mondanità; ci faccia uomini e donne di Chiesa;
saldi nella fede che abbiamo ricevuto dalla nonna e dalla mamma; saldi nella fede
che è sicura sotto la protezione del manto della Santa Madre di Dio”.
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