2016-09-30 15:00:00

Papa in Georgia: ci sia pace nel Caucaso, differenze sono ricchezza


Le differenze etniche, politiche o religiose non siano pretesto per conflitti e tragedie ma strumento di arricchimento reciproco. Prevalga la logica del dialogo. E’ questo in sintesi il messaggio che il Papa, nel suo discorso, ha lasciato alle autorità, al mondo della cultura e alle rappresentanze civili incontrate nel Palazzo presidenziale a Tbilisi, capitale della Georgia, prima tappa del suo nuovo viaggio nel Caucaso che terminerà domenica in Azerbaigian. Il capo dello Stato dal canto suo ha rimarcato l’impegno per la pace e  la cooperazione nonostante l’occupazione militare russa nell’area occidentale mini l’integrità territoriale del Paese. Il servizio della nostra inviata Gabriella Ceraso:

Georgia: terra radicata nel Cristianesimo
“Ringrazio Dio onnipotente per avermi offerto l’opportunità di visitare questa terra benedetta”.

Queste le parole con cui il Papa saluta Tbilisi e la Georgia,”luogo di incontro di civiltà, che nel cristianesimo” dice “ha trovato identità e fondamento dei suoi valori”. Poco prima all’aeroporto Rustaveli, dove 17 anni fa giunse anche S. Giovanni Paolo II, la cerimonia è semplice, ma molto calorosa con la festa di un centinaio di fedeli giunti da tutto il Paese per dire “benvenuto carissimo Padre”.

Ma è al Palazzo presidenziale che il Papa prende la parola davanti alle autorità. Leggendo nella storia plurisecolare di questo Paese “ponte naturale tra Europa e Asia”, e “cerniera di comunicazione tra popoli” esprime l’auspicio che il cammino di pace e sviluppo iniziato con l’indipendenza 25 anni fa, “prosegua con l’impegno di tutti, per garantire equità, stabilità e rispetto della legalità”.

La pace richiede stima reciproca e rispetto
“Tale autentico e duraturo progresso ha come indispensabile condizione preliminare la pacifica coesistenza fra tutti i popoli e gli Stati della Regione. Ciò richiede che crescano sentimenti di mutua stima e considerazione, i quali non possono tralasciare il rispetto delle prerogative sovrane di ciascun Paese nel quadro del Diritto Internazionale”.

“In troppi luoghi della terra” - sottolinea il Papa - “sembra prevalere la logica che rende difficile mantenere nell’ambito del dialogo e del confronto, differenze e controversie legittime”. Questo è invece tanto più necessario oggi che “estremismi violenti”, afferma “manipolano e distorcono principi di natura civile e religiosa per asservirli ad oscuri disegni di dominio e di morte”.

No alla logica dello scontro: differenze sono arricchimento
“Qualsiasi distinzione di carattere etnico, linguistico, politico o religioso, lungi dall’essere usata come pretesto per trasformare le divergenze in conflitti e i conflitti in interminabili tragedie, può e deve essere per tutti sorgente di arricchimento reciproco a vantaggio del bene comune”.

Ma per questo è necessario essere liberi di far fruttare la propria specificità e di vivere in pace nella propria terra. Da qui l’appello ai politici per i profughi:

"Auspico che i responsabili pubblici continuino ad avere a cuore la situazione di queste persone, impegnandosi nella ricerca di soluzioni concrete anche al di fuori delle irrisolte questioni politiche".

Non servono solo lungimiranza e coraggio per riconoscere il bene autentico dei popoli e perseguirlo con determinazione e prudenza:

"E’ indispensabile avere sempre davanti agli occhi le sofferenze delle persone per proseguire con convinzione il cammino, paziente e faticoso ma anche avvincente e liberante, della costruzione della pace".

Dio benedica la Georgia e le dia pace e prosperità: l’augurio conclusivo del Papa,in terra georgiana, suggella l’impegno della Chiesa cattolica in dialogo con quella ortodossa georgiana, a favorire la pace, il benessere e lo sviluppo sociale.








All the contents on this site are copyrighted ©.