2016-09-28 14:11:00

Petrolio: la guerra dei prezzi e i casi di Iran e Nigeria


La questione petrolifera torna al centro dell’attenzione internazionale con il Vertice dell’Opec ad Algeri. Risorsa preziosa, spesso contesa, il petrolio incide sulle economie dei Paesi produttori con le sue variazioni di prezzo sul mercato mondiale. Al microfono di Andrea Walton, la giornalista di "Limes" ed esperta di politiche petrolifere, Margherita Paolini, riflette anzitutto sull’andamento del prezzo del petrolio nell’ultimo anno:

R. – Si è rivelata una costante volatilità e i mercati non si sono fatti troppo impressionare da notizie che potevano provocare un aumento o una diminuzione dei prezzi: se ci sono state delle oscillazioni sono state molto temporanee. Quello che sembra è che già la soglia dei 50 dollari a barile sarebbe una grossa vittoria. Ormai siamo un pochino sopra – diciamo a metà tra i 40 e i 50 – ma grandi speranze che questo prezzo possa salire in tempi brevi sono molto scarse. Questo comporta dei problemi grossi che al vertice di Algeri, anche se è un vertice informale, verranno discussi, anche perché una delle questioni più importanti per i Paesi produttori è che nessuno va più ad investire.

D. – Quali sono le politiche portate avanti dall’Iran in ambito petrolifero e come l’economia del Paese si avvantaggia di questa materia prima?

R. – L’Iran sta partendo veramente a gamba tesa sul mercato petrolifero e ha fatto recentemente anche una operazione molto importante, perché  il parlamento iraniano ha approvato una nuova legge riguardo ai contratti da applicare alle compagnie che vanno ad investire nel settore idrocarburi – petrolio e gas – in Iran. Era una partita molto rischiosa quella che ha giocato la presidenza iraniana, perché si temeva una resistenza, attraverso il parlamento, dell’élite importantissima dei Pasdaran che hanno un po’ il monopolio degli affari petroliferi: si temeva, quindi, che potessero essere contrari. Invece, questa cosa in parlamento è passata: questo significa che un accordo interno su questo tema, che è importantissimo per la ripresa economica dell’Iran, è passato e dà maggiore stabilità evidentemente al governo di Rouhani.

D. – Come stanno sfruttando questa risorsa economica, ovvero il petrolio, alcuni Paesi emergenti dell’Opec, come per esempio la Nigeria?

R. – La Nigeria lo sta sfruttando per il semplice motivo che la situazione generale è in bancarotta per il fatto che ci siano stati scandali, interruzioni e poi soprattutto ultimamente anche una ripresa della sovversione molto mirata alla produzione petrolifera e gasifera. Diciamo, quindi, che è una situazione molto particolare. Il ministro del petrolio saudita diceva: “Va bene, il caso della Libia e della Nigeria sono situazioni che vanno riconosciute…”. Io credo che la situazione nigeriana sia veramente molto critica, direi drammatica.








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