2016-09-26 15:00:00

Messico: ucciso il terzo sacerdote sequestrato


Ancora un sacerdote ucciso in Messico. Si tratta di Jose Alfredo Lopez Guillen: era stato sequestrato e derubato lunedì scorso quando si trovava nella sua abitazione nello Stato di Michoacan. Si tratta del terzo caso nel Paese nell'ultima settimana. Sempre lunedì scorso infatti i corpi di altri due sacerdoti rapiti erano stati trovati sul ciglio di una strada di Veracruz, sulla costa orientale del Paese. Ieri all’Angelus la preghiera del Papa per il “caro popolo messicano”, “perché - ha detto Francesco - cessi la violenza che in questi giorni ha colpito anche alcuni sacerdoti”. Sulla situazione, Paolo Ondarza ha intervistato la collega messicana Mercedes De La Torre, collega spagnola della Radio Vaticana:

R. – Ha fatto molto piacere ricevere questo messaggio dal Papa, direttamente dall’Angelus, perché sono tanti i messicani che lo seguono in diretta dall’altra parte del mondo. E’ interessante ricordare che il Papa aveva inviato un telegramma recentemente, in cui esprimeva le vive condoglianze e diceva di voler condannare questi attentati alla vita e alla dignità delle persone e chiedeva al Clero e agli agenti pastorali della diocesi di continuare con energia la loro missione ecclesiale, nonostante le difficoltà e seguendo l’esempio di Gesù, il Buon Pastore.

D. – Come vive la Chiesa questi momenti così drammatici? Come i vivono i sacerdoti?

R. – Fa sempre piacere sentire che il Papa è vicino, perché noi messicani amiamo tanto il Pontefice: sia Giovanni Paolo II, che è venuto cinque volte, sia Benedetto XVI e sia adesso Francesco, che è anche latinoamericano. Come lo vive il Messico? Lo vive con tristezza, con paura. Tutti i messicani sono “guadalupani” e quasi tutti si dicono cattolici. Il clero, la Conferenza episcopale sta rispondendo con molta unità a questo messaggio di preghiera, di condanna alla criminalità e allo stesso tempo di fiducia e di speranza. Il cardinale Alberto Suárez Inda, che è proprio l’arcivescovo di Michoacan e che è stato il pastore di padre Lopez Guillen, poco tempo fa in un videomessaggio chiedeva ai rapitori di rispettare l’integrità di questa vita, perché così potesse tornare presto all’esercizio del suo ministero; lui chiedeva a Dio la pace, il rispetto della vita e la conversione di chi fa queste cose.

D. – Questi sacerdoti sono, dunque, degli esempi molto forti per i fedeli e la Chiesa messicana. Si può cercare di capire perché sono stati colpiti alcuni sacerdoti e cosa c’è dietro questi sequestri?

R. – E’ molto difficile fare una panoramica di questa situazione. So che c’è una situazione molto complicata in tanti Paesi dell’America Latina e nel caso del Messico, purtroppo, ci sono diversi cartelli sia del narcotraffico che di altri tipi di criminalità organizzata. Allo stesso tempo, però, il popolo vive anche con fiducia, con speranza. Il popolo messicano è un popolo che non si arrende mai: prova anche a pregare, perché arrivi la pace dall’alto.

D. – Fatti così drammatici non tolgono la speranza al popolo e alla Chiesa messicana…

R. – Grazie a Dio, la Madonna di Guadalupe, che protegge il popolo messicano, dice che i messicani non sono mai da soli e che Lei, la Madonna, li proteggerà. Perciò penso che dietro a questo momento difficile, ci sia voglia di speranza, pace e, possiamo dire, anche di ottimismo.








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