2016-09-25 10:00:00

Brasile. Card. Hummes: nuovo governo sia attento ai poveri


In Brasile rimane alta la tensione sociale. Dopo le nuove accuse per corruzione e riciclaggio nei confronti dell'ex presidente Lula da Silva, ombre dello scandalo sui fondi neri Petrobras si addensano anche sul nuovo presidente Temer, succeduto alla destituita Dilma Rousseff. Intanto, il prossimo 2 ottobre il Paese si prepara alle amministrative in cui saranno chiamati al voto 144 milioni di cittadini. Ma si capisce dove sta andando il Paese? Cristiane Murray lo ha chiesto al cardinale brasiliano Cláudio Hummes, presidente della Commissione episcopale per l’Amazzonia:

R. - È ancora difficile, perché siamo all’inizio. Il cambio di governo è avvenuto di recente. Il nuovo governo inizia a prendere delle decisioni. È tutto da fare ancora; non si sa ancora con quale forza politica si attueranno le riforme volute dal nuovo governo e anche se sono queste le riforme veramente importanti per la gente. Il processo di cambiamento è stato ambiguo, molto discusso, ma adesso c’è un altro governo. Ho detto più volte che le ideologie non sono molto importanti perché i governi sono pragmatici. Non importa tanto quale sia l’ideologia, importa quali saranno le decisioni, i progetti, le riforme necessarie da fare. La Chiesa accompagna tutto questo processo e, prima di tutto, credo che debba lavorare per ricostruire la riconciliazione perché è un momento caratterizzato da molta aggressività fra le due parti, cosa che prima non c’era nel popolo brasiliano. Oggi siamo veramente preoccupati da questo atteggiamento aggressivo tra le due parti. Bisogna ricostruire la riconciliazione ed impegnarsi nel sociale, nel politico e soprattutto nella questione della democrazia, della giustizia sociale, del lavoro, perché la disoccupazione è cresciuta tantissimo. L’inflazione è diventata di nuovo minacciosa; c’è un grande lavoro da fare anche per quanto riguarda la giustizia sociale e i diritti umani e soprattutto per i diritti dei lavoratori affinché abbiano un salario degno del loro impiego, perché c’è molta disoccupazione. Quindi è tutto un cammino da ricostruire perché il Brasile sta andando giù,… Serve un lavoro di riscatto.

D. - È un Paese che è cresciuto molto negli anni passati, la povertà si era molto ridotta. Questi poveri hanno acquisito dei diritti, un certo tenore di vita che non è più di povertà estrema. È importante che questi diritti non vengano persi …

R. – Certo, questo sì. La speranza è che ci possa essere la possibilità di venire incontro a tutte queste riforme e programmi sociali che erano stati fatti dai governi precedenti. Però, per fare questo è necessario che ci siano entrate, che ci sia produttività, perché il Brasile in questo momento si trova in grandissime difficoltà economiche, persino nel pagare gli interessi del debito interno, perché l’altra faccia della medaglia di questa crisi, la corruzione, è  incredibile. La gente, il popolo brasiliano è veramente spaventato per la quantità astronomica di denaro che è stato dirottato verso la corruzione. Tutto questo grande processo contro la corruzione è importantissimo per il Brasile per rifare le fondamenta di un’economia che sia capace di venire incontro alle grandi necessità e di ciò che è il Paese: il Brasile è un Paese che stava addirittura bene; adesso la situazione è molto, molto complicata.








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