La Santa Sede, anche a nome e per conto dello Stato Vaticano, ha aderito alla Convenzione Onu contro la corruzione. Il 19 settembre scorso, presso la sede delle Nazioni Unite a New York, il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, ha depositato lo strumento di adesione della Santa Sede alla Convenzione che, per la Santa Sede e il Vaticano, entrerà in vigore il prossimo 19 ottobre. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Mons. Gallagher: Francesco chiede di sconfiggere la corruzione
In un articolo per l’Osservatore Romano, l’arcivescovo Paul Gallagher ricorda che
Papa Francesco ha denunciato “la corruzione come una piaga della società e ha chiamato
a combatterla attivamente”. Il Papa, scrive il segretario per i rapporti con gli Stati,
ha quindi stabilito che la Santa Sede e lo Stato Vaticano “si adeguino a più autorevoli
parametri internazionali per prevenire la corruzione, sia nell’esercizio di funzioni
pubbliche che in ambito economico”. Mons. Gallagher rammenta che la cosiddetta Convenzione
di Mérida contro la corruzione è “il principale strumento globale per prevenire
e contrastare i reati commessi nell’ambito della funzione pubblica”.
Santa Sede prosegue impegno contro ogni forma di corruzione
In particolare, prosegue, gli Stati che hanno ratificato la Convenzione sono tenuti
a “perseguire e punire” ogni forma di corruzione “attiva e passiva” e prevede un “dettagliato
impianto normativo per agevolare l’assistenza giudiziaria fra gli Stati Parte attraverso
l’estradizione, le rogatorie, la restituzione di beni acquisiti illecitamente, l’assistenza
tecnica, lo scambio di informazioni”. Il presule ricorda che la Santa Sede ha già
adottato strumenti giuridici al riguardo, volti a prevenire e investigare eventuali
casi di corruzione e di proporre alle Autorità competenti l’adozione di politiche
appropriate per contrastare il reato.
Uffici della Curia rivedranno procedure amministrative
D’altra parte, osserva mons. Gallagher, “sarà necessario che, nel futuro, gli uffici
competenti della Curia Romana e dello Stato della Città del Vaticano rivedano le proprie
procedure amministrative alla luce dei parametri contenuti nella Convenzione, al fine
di assicurarne la necessaria conformità”. Infine, conclude il segretario vaticano
per i Rapporti con gli Stati, ci si augura che l’adesione della Santa Sede alla Convenzione
di Mérida “possa contribuire agli sforzi della Comunità internazionale per garantire
la trasparenza e la buona gestione degli affari pubblici”.
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