2016-09-20 12:51:00

Card. Vallini: formare i giovani all'amore vero della famiglia


Proporre con convinzione il matrimonio cristiano alle giovani coppie, accompagnato dalla testimonianza di tante buone famiglie, presenti nelle parrocchie. Con questa riflessione, il cardinale vicario Agostino Vallini, ha concluso ieri sera nella Basilica di San Giovanni in Laterano il convegno della Diocesi di Roma. L’incontro, che ha avuto come filo conduttore il tema “La letizia dell’amore: il cammino delle famiglie a Roma” ispirato all’Esortazione apostolica di Papa Francesco “Amoris laetitia”, si era aperto lo scorso 16 giugno proprio alla presenza del Pontefice. Ascoltiamo il servizio di Marina Tomarro:

Aiutare la coppia a fare comunione, mettendo sempre al primo posto nella loro unione l’amore di Dio, perché senza di Lui è impossibile che l’uomo si mantenga fedele all’amore vero. Parte da questo pensiero la conclusione del Convegno diocesano dedicato alla letizia dell’amore. Ascoltiamo il commento del cardinale Agostino Vallini:

R. – Riteniamo che il tema delle famiglie giovani sia il futuro della Chiesa. Offrendo loro un cammino ecclesiale in cui i temi della famiglia, oggi così esposta, siano illustrati, ma soprattutto accompagnati da una comunità viva che sappia anche lenire le sofferenze, risanare le piaghe presenti in tante famiglie, significa che la Chiesa è madre. Ecco, questo è  il cuore della pastorale che quest’anno prende come oggetto di studio, in modo particolare, “Amoris laetitia”, dove il Santo Padre fa proprio riferimento alla bellezza del matrimonio. Dobbiamo riproporre il matrimonio.

D. – Quanto è importante anche l’educazione affettiva dei giovani?

R. – Ecco, questa è il frutto di un lavoro che abbiamo fatto. Non possiamo cominciare a parlare dell’amore vero alla vigilia del matrimonio. Bisogna cominciare dall’adolescenza e quindi dai tempi dell’iniziazione cristiana, perché i ragazzi di oggi, molti di loro, hanno bisogno soprattutto, avendo alle spalle esperienze di famiglia in sofferenza, di vivere nella comunità ecclesiale una esperienza positiva dell’amore vero e quindi prepararsi e crescere verso il matrimonio e la famiglia.

D. – Il Santo Padre, nel suo discorso, ha sottolineato l’importanza dei nonni nelle parrocchie. Ma in che modo gli anziani possono aiutare i giovani a tornare a sognare?

R. – Dando la loro testimonianza. Penso che il punto fondamentale sia capire che nel progetto di Dio non c’è età. Abbiamo assistito ai funerali del presidente Ciampi e sapere che celebravano 70 anni di matrimonio nella gioia e nella fedeltà è stato un grande segno per tutti. Ecco, noi vorremmo che famiglie cristiane come questa possano essere di testimonianza e quindi coinvolte in qualche forma anche nei cammini formativi.

D. – Quanto è importante la presenza delle famiglie nelle parrocchie e, altrettanto, della parrocchia in una famiglia?

R. – La parrocchia io la definisco una famiglia di famiglie. Dobbiamo, dunque, considerare la comunità come l’espressione della realtà. La realtà non divide le persone. Siamo tutti appartenenti ad una famiglia e, dunque, la pastorale deve porre al centro proprio la famiglia soggetto, coinvolgendo nelle forme possibili, attraverso l’azione della pastorale, degli operatori e delle proposte che la Diocesi fa alle famiglie di Roma, cammini dove le famiglie si sentano parte della Chiesa viva.

Fondamentale, in questo cammino di “fare famiglia”, diventa l’accompagnamento della Chiesa. Ascoltiamo mons. Andrea Lonardo, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano:

R. - Io credo che proprio nella nostra vita noi trasmettiamo la bellezza della famiglia, perché abbiamo avuto dei nonni, dei genitori e ci rendiamo conto, facendo per esempio un albero genealogico, che la famiglia è veramente “il motore della storia” - una volta Papa Francesco ha usato quest’espressione. Senza la famiglia, cioè, non avremmo la vita e questo passato è il futuro del mondo. Non è, cioè, qualcosa di opprimente, ma anzi è l’unica cosa che apre il mondo al futuro.

D. – Quanto è importante anche la vicinanza della Chiesa verso quelle famiglie che soffrono?

R. – Questo è importantissimo. Io direi, addirittura, che il loro dolore, per certi aspetti, sia proprio la testimonianza che l’amore deve essere eterno. C’è una vera sofferenza nella separazione che, in qualche modo, è ineliminabile. Uno infatti porta sempre con sé la coscienza che c’è un’altra parte, che sta da qualche parte. E allora questa vicinanza della Chiesa che accompagna veramente in questo cammino, che sempre più si integra nella Chiesa e dove poi, nel foro interno, si prendono anche decisioni ulteriori.








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