2016-09-20 18:31:00

Assisi, Sant'Egidio: bilancio positivo destinato a crescere


Un bilancio fortemente positivo quello di questo Incontro di tre giorni ad Assisi per la pace. Così il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo. Il nostro inviato, Massimiliano Menichetti, l’ha intervistato:

R. – Un bilancio fortemente positivo. Dopo 30 anni, questo movimento dello Spirito di Assisi ha camminato, è cresciuto, ha toccato tante città del mondo e ha anche provocato pace. Penso a tante cose che sono avvenute in Africa, ma anche in Asia e, soprattutto, all’inizio, il crollo del Muro di Berlino. Un bilancio, dunque, destinato, per fortuna, a crescere positivamente, soprattutto con la spinta che il Papa oggi ci ha dato, chiedendo a tutti noi di essere artigiani di pace.

D. – Tutti i leader religiosi del mondo, anche il Papa, hanno ribadito: “Non si può giustificare la violenza con la religione, questa è una deformazione della religione”…

R. – Questo ormai è un dato fortemente acquisito, che qui ad Assisi ha avuto una sottolineatura particolare. Ogni guerra di religione è una guerra alla religione. Alcune frasi chiave: “Solo la pace è santa” – ha detto il Papa – “non c’è guerra santa”. Allora noi dobbiamo partire da questo, da questa consapevolezza che ormai sta abbracciando, ha abbracciato tutte le religioni. I nostri amici musulmani su questo sono pienamente d’accordo, perché cominciano a essere le prime e più numerose vittime del terrorismo.

D. – E’ sembrato quasi un ponte straordinario quello tra 30 anni fa, oggi e il futuro, quando anche Papa Francesco ha ribadito l’impegno che deve nascere da ognuno, anche nelle piccole cose per poter cambiare poi la globalità. Anche Bartolomeo I ha ripreso questo spunto forte…

R. – Sì, perché noi lavoriamo in realtà nella quotidianità e molti esponenti religiosi, le comunità, i movimenti lavorano ogni giorno nelle periferie della città, negli snodi dove avviene oggi la convivenza. Penso in particolare alle città europee tra popolazioni che si incrociano, che si mischiano. E questa novità della globalizzazione ha creato la necessità ancora più forte oggi di lavorare ogni giorno per la pace laddove viviamo.

D. – Questo testimone dove arriva, cosa porta?

R. – E’ veramente una grande gioia avere tra le mani questo testimone. Il prossimo incontro – è stato annunciato – sarà nelle città tedesche di Münster e di Osnabrück, nella Westfalia, simbolo della regione e della prima grande pace dell’età moderna in Europa. Porta in tutto il mondo, perché qui si parla di spirito e lo spirito soffia dove vuole. E noi oggi affidiamo questo spirito a tutti i leader religiosi ovunque essi vadano. 

Ma sentiamo come le persone ad Assisi, in particolare i giovani, hanno accolto l’invito del Papa a costruire la pace. Alcune testimonianze raccolte da Massimiliano Menichetti:

R. – Sicuramente, la cosa più difficile sarà appunto riportare il mandato a casa, perché qui in Assisi sembra tutto più semplice, più facile. Quindi, andare a concretizzare le parole di pace proprio negli ambienti più piccoli: sia in quelli parrocchiali che, soprattutto, a mio parere, in quelli lavorativi, nei rapporti semplici tra i colleghi e tra un insegnante e uno studente.

R. – Lo raccolgo, comunque, impegnandomi nel quotidiano. Sono un giovane e devo nel mio rapporto con gli altri ragazzi seminare pace tutti i giorni, cercando comunque di evitare occasioni di discordia.

R. – Questa sfida la dobbiamo raccogliere nel nostro quotidiano. Tornerò nella mia città e credo che la cosa più importante sarà quella di costruire ponti di pace con chi arriverà ben presto nella mia città come profugo o come persona bisognosa di aiuto.

R. – Possiamo come frati e anche come laici portare veramente la pace dappertutto.

D. – Come concretizzerai questa sfida?

R. – Penso e voglio portare la pace nelle famiglie, tra i ragazzi con cui lavoro ogni giorno e soprattutto portare il perdono.

D. – Tutti i leader religiosi riuniti, i bambini che prendono da loro il messaggio della pace, lo portano alle nazioni. Che cosa significa questo per te?

R. – Per me è un grande sogno di speranza per il futuro il fatto che già da bambini si può portare un messaggio di pace, soprattutto ai grandi delle nazioni. Bel segno, ci fa sperare bene per il futuro.

D. – La pace è possibile?

R. – La pace è possibile, sì.








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