Due giorni di tavole rotonde, una giornata di preghiera. E poi il confronto tra decine di diversi esponenti religiosi, del mondo della cultura, della scienza, della politica. Ad Assisi torna il grande incontro per invocare la pace, a trent'anni esatti dalla Giornata Mondiale di Preghiera convocata da San Giovanni Paolo II. E a chiudere i lavori, il prossimo 20 settembre, la presenza di Papa Francesco: un sigillo grande per convalidare ancor di più lo ‘spirito di Assisi', che in questi tre decenni ha portato numerosi frutti concreti nell’ambito del dialogo tra fedi e culture diverse.
“Grazie a questi momenti intensi – spiega mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra- Gualdo Tadino – si è creato nel tempo un clima di amicizia e profonda fraternità. E non è poca cosa, considerata la crescente conflittualità per la quale si usano persino vessilli religiosi per giustificare la violenza. Vessilli che nulla hanno a che fare con la religione”.
Tra i partecipanti anche Izzeddin Elzir, presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia. Il quale vede chiaramente nell' avvenimento “la volontà di far affermare, ancora di più e sempre meglio, un principio fondamentale: le religioni non sono un elemento divisivo ma uno strumento per uscire dalle crisi del mondo”.
E Papa Francesco, sicuramente, tornerà ad invocare proprio questo: non accostare il nome di Dio alle guerre, alle violenze, agli atti terroristici. “Il Santo Padre – sottolinea Augusto D’Angelo, della Comunità di Sant'Egidio – è nella scia di Papa Wojtyla e Benedetto XVI: anche lui è convinto che le religioni siano delle grandi energie in grado di aiutare la gente a vivere meglio. Fattori di unione, non di scontro”.
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