2016-09-15 14:53:00

Santa Sede: pensioni adeguate sono essenziali a garantire diritti


Bisogna tutelare i diritti degli anziani, favorendone la partecipazione attiva nella società e contrastando quella “cultura dell’usa e getta” che giudica le persone solo in base alla loro capacità produttiva: lo ha detto mons. Ivan Jurkovič, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu di Ginevra. Intervenendo alla 33.ma sessione del Consiglio dei diritti umani, il presule ha individuato, in particolare, tre sfide che deve affrontare oggi la terza età: la povertà, la mancanza di accesso alle cure sanitarie e l’emarginazione sociale.

Pensioni sono essenziali per garantire diritti e dignità dell’anziano
Riguardo alla povertà, mons. Jurkovič ha richiamato l’importanza di un sistema pensionistico adeguato: “Le pensioni – ha detto – sono essenziali per garantire i diritti, la dignità e la sicurezza di un reddito alle persone anziane”. Ma oggi, purtroppo, molti uomini e donne in età avanzata non hanno la possibilità di andare in pensione e quindi “devono continuare a lavorare, spesso con stipendi bassi ed in condizioni precarie”. Tuttavia, ha rimarcato ancora il presule, nonostante le scarse risorse economiche, spesso sono proprio gli anziani a “provvedere ai bisogni dei loro familiari, incluse le cure per i nipoti”. Il tutto mentre la società, “dominata dalla logica dell’efficienza e del profitto”, considera le persone anziane “improduttive ed inutili”.

Accesso sostenibile alle cure mediche
E la situazione non migliora se si affronta il tema della sanità: come ribadito dall’osservatore permanente, occorre promuovere “un accesso sostenibile alle cure mediche attraverso politiche che siano in grado di rafforzare le cure di base e di aiutare le famiglie, anche tramite sussidi economici, a prendersi cura dei loro cari in casa”. Riguardo, poi, all’emarginazione sociale, il presule ha sottolineato come essa vada contrastata partendo dal fatto che le persone anziane vanno valorizzate per “il loro patrimonio di competenza e di esperienza” e non “respinte quando iniziano ad aver bisogno di cure e di assistenza”.

Partecipazione attiva alla società
Di qui, l’appello di mons. Jurkovič ha tutelare “il diritto umano degli anziani a partecipare a tutti gli aspetti della società” e, soprattutto, ad essere “coinvolti nelle decisioni che riguardano la loro vita e la loro integrazione sociale”. “Costruire città inclusive per gli anziani – ha aggiunto il presule – significa generare opportunità per la loro partecipazione economica e sociale, in un ambiente accessibile e sicuro”. E ciò comporta anche avere “abitazioni a prezzi accessibili, cure mediche di base e servizi sociali adeguati”.

Sviluppare politiche più giuste e più eque
In quest’ottica, quindi – è stato l’auspicio del presule – “sarà necessario sviluppare politiche più giuste ed eque, mirate a ridefinire il concetto di utilità sociale per coloro che sono in pensione, ma che sono ancora capaci di rafforzare il tessuto della società tramite il volontariato ed una partecipazione che derivi dall’essere membri rispettati ed esperti della comunità”.

No alla cultura dell’usa e getta
Per questo, il presule ha ribadito che “la Santa Sede ritiene essenziale la promozione di politiche e di sistemi educativi che propongano un’alternativa all’atteggiamento dominante della cultura dell’usa e getta”. “Vivere più a lungo – ha aggiunto ancora mons. Jurkovič – non deve mai essere considerato un’eccezione, un peso o una sfida, ma piuttosto una benedizione, quale effettivamente è”. Per questo, è necessario guardare agli anziani come ad “una fonte di saggezza ed ad una grande risorsa”, in quanto “la qualità della società e della civiltà si possono giudicare da come vengono trattati gli anziani”. “I diritti umani della terza età – ha concluso l’osservatore permanente – diventino una realtà”. (A cura di Isabella Piro)








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