Situazione sempre più difficile per l’ex-presidente del Brasile, Lula: già rinviato a giudizio a fine luglio per "tentata ostruzione" delle indagini, ieri è stato denunciato anche per corruzione e riciclaggio nell'ambito della Mani Pulite verde-oro. Annunciato intanto dall’attuale Capo di Stato Michel Temer un piano di privatizzazioni. Il servizio di Debora Donnini:
Essere il comandante massimo dello schema sui fondi neri della compagnia petrolifera Petrobras. Questa la pesante accusa che ieri ha rivolto a Lula, il pubblico ministero federale, Deltan Dallagnol, capo della task-force di investigatori dell'inchiesta cosiddetta Autolavaggio. Il pm parla degli anni guidati da Lula come "governi della tangentocrazia", anche se non è in discussione la figura dell’ex capo di stato ma il suo ruolo in specifici reati. E' la prima volta che Lula viene denunciato direttamente nell'ambito dello scandalo Petrobras. La parola ora spetta al giudice simbolo della Mani Pulite brasiliana, Sergio Moro. Intanto la situazione economica del paese è sempre difficile. L’attuale capo di Stato, Temer, lancia un piano di privatizzazioni su energia e aeroporti. “Lo Stato non può fare tutto”, ha detto. Ad esprimere ancora preoccupazione per il Brasile, segnato anche dalla disuguaglianza sociale, sono stati i vescovi locali la scorsa settimana, in occasione della festa dell’Indipendenza. In un messaggio, si sono detti consapevoli di “vivere un momento triste” della storia del Paese, in quanto “l’assenza di valori etici e morali provoca una profonda crisi politica, economica e sociale”.
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