2016-09-12 14:42:00

Italia: primo giorno di scuola per 8 milioni di studenti


Oggi, è il primo giorno di scuola per gli studenti di Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Molise, Piemonte, Umbria, Valle d'Aosta e Veneto. A riprendere le lezioni sono quasi 8 milioni di alunni delle scuole statali e oltre 939 mila di quelle paritarie. Il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, ha inaugurato l’anno scolastico con un messaggio rivolto agli studenti: "Sarà un anno di sfide importanti e grandi responsabilità". Maria Carnevali ha intervistato Giuseppe Desideri, presidente dell’Associazione Italiana Maestri Cattolici:

R. – Sono le sfide di essere attenti ai bisogni dei propri studenti, che sono sempre più complessi da intercettare. Molto spesso la scuola non riesce ad essere adeguata da questo punto di vista, e ci vuole sicuramente un grande senso di responsabilità e corresponsabilità.

D. – Quali sono le necessità dei ragazzi oggi? Come sono cambiati nel tempo?

R. – Abbiamo dei ragazzi a cui bisogna sicuramente far capire il senso dell’impegno scolastico. Mentre prima la scuola era l’unico luogo dove si presentavano la cultura e le conoscenze, oggi i ragazzi vivono “bombardati” da informazioni dal punto di vista formativo. La scuola allora deve essere capace di non essere più soltanto il soggetto che dà le informazioni e le conoscenze, ma che aiuta i ragazzi a fare filtro. Questo significa anche essere una scuola al passo con i tempi, contemporanea dei propri alunni. Non possiamo lasciare il computer, i social o lo smartphone fuori dall’aula; dobbiamo farli entrare, ma con una modalità formativa!

D. – L’inizio dell’anno è stato travolto dalle polemiche riguardanti i trasferimenti, il concorso e le presidenze: qual è il vostro punto di vista?

R. – Noi, sin dall’inizio, quando ci è stato presentato quello che doveva essere lo scenario successivo alla Legge 107 del 2015, avevamo immediatamente evidenziati i rischi che si correvano: il sistema a tre chiamate, diverse da una punto di vista temporale; una serie di situazioni complesse che si volevano gestire in maniera un po’ semplicistica. Si è verificato quello che purtroppo ci si aspettava: l’algoritmo famoso, che è freddo, non conosce le situazioni, è impostato su dei parametri. La vita professionale di un docente è invece un qualcosa di molto più complesso; le cose da valutare sono varie. E il rischio che si sta correndo, di vedere uno spostamento notevole di docenti – quindi famiglie – con una serie di elementi che vanno a compromettere il benessere professionale e lavorativo dei docenti: tutto questo che si sta vedendo e realizzando poteva essere evitato.  

Per domani, invece, è prevista l’apertura delle scuole nelle zone terremotate di Amatrice e Accumoli. Alberto Corsinovi, responsabile dell’area emergenze delle Misericordie, ancora al microfono di Maria Carnevali, racconta come si lavora per permettere agli studenti di ricominciare l’anno scolastico

R. – Le scuole di Amatrice sono in fase di avanzata realizzazione, ancorché in modo provvisorio, da parte della Protezione Civile del Trentino Alto Adige, che ho visto sta alacremente lavorando per la sistemazione dei primi moduli che – ripeto – a tempo provvisorio ospiteranno i bambini fin dalle primissime ore dall’inizio del prossimo anno scolastico. Per quanto riguarda il nostro movimento, le Misericordie, in questo momento stiamo lavorando per la realizzazione di plessi scolastici ad Acquasanta Terme, a Cittareale e a Gualdo di Macerata, dove anche lì le scuole sono pesantemente lesionate e dove stiamo per l’appunto approntando dei moduli, che però hanno carattere più definitivo, quindi saranno i nuovi plessi in attesa della ricostruzione delle vere e proprie nuove scuole.

D. – Non tutti i ragazzi, però, hanno deciso di rimanere nelle zone colpite…

R. – Sì, infatti anche noi abbiamo indicazioni di ragazzi che si sono spostati e che frequenteranno scuole presso le località dove sono stati accolti o in strutture ricettive messe a disposizione o anche presso strutture che gli stessi hanno autonomamente reperito.

D. – Come aiutare i ragazzi ad affrontare l’anno scolastico?

R. – Standogli accanto, facendogli sentire la vicinanza di chi vuole che loro possano, proprio dai banchi scolastici, riavviarsi ad una vita normale. 








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