2016-09-12 14:11:00

Inondazioni in Nord Corea: 130 morti. Allarme per i test nucleari


In Corea del Nord sarebbero almeno 130 le vittime e oltre 400 i dispersi causati dalle inondazioni che hanno colpito le regioni nordorientali del Paese negli ultimi cinque giorni. Sono più di centomila gli sfollati, 600 mila le persone che hanno bisogno di aiuto. Intanto, sale la tensione nell'area dopo l'ultimo test nucleare compiuto qualche giorno fa dal regime comunista, il quinto dall'inizio dell'anno. La leadership di Pyongyang ha minacciato di accrescere il proprio potenziale nucleare in quantità e qualità ed esige che la comunità internazionale riconosca il Paese come legittimo possessore di armi atomiche. La Corea del Sud, da parte sua, ha minacciato gravi conseguenze in caso di attacco nucleare. Andrea Walton ha parlato con la professoressa Rosella Ideo, storica dell'Asia orientale all'Università di Trieste, dei possibili sviluppi politici della vicenda:

R. – Al momento c’è una grandissima tensione nell’area, perché c’è questa questione nordcoreana e tra l’altro siamo ad un basso livello nelle relazioni tra gli Stati Uniti e la Cina. Questo sia perché gli Stati Uniti hanno convinto la Corea del Sud a piazzare un sistema anti-missilistico l’anno prossimo – quindi fra poco tempo – nel Paese alleato militare, e sia perché ci sono tutte le questioni territoriali del Mar Cinese Meridionale che hanno avvelenato i rapporti tra i due Paesi.

D. – Il regime di Pyongyang ha già usato in passato la carta nucleare per arrivare a negoziati con la comunità internazionale e ottenere alleggerimenti delle sanzioni o aiuti economici. Anche questa volta potrebbe andare così?

R. – Questa volta ci troviamo di fronte a un nuovo leader, relativamente nuovo, che però non si è mai recato all’estero – lui è il terzo della generazione dei Kim – e ha un atteggiamento molto più provocatorio – direi – del padre. Quindi Kim Jong-un ha voluto lanciare un messaggio interno e uno esterno. Il messaggio interno è che il giovane Kim ha la legittimità a governare di fronte alle minacce, alle sanzioni e al tentativo di strangolamento economico degli Stati Uniti, della comunità internazionale e ovviamente della Corea del Sud, che è il nemico. Al messaggio interno fa eco quello esterno, alla comunità internazionale: “Io – dice la Corea del Nord e Kim Jong-un – rido delle sanzioni”. Kim Jong-un ha detto proprio che le trova “risibili” e “continuerò – ha aggiunto – a sviluppare i miei programmi nucleari”. La comunità internazionale non vuole riconoscere ovviamente lo status di “potenza nucleare” al Paese, ma in questi anni Kim Jong-un vuole dimostrare una padronanza tecnologica, nucleare, notevole. Tra l’altro, stamattina è uscita una notizia secondo la quale ci sarebbe forse la probabilità che a breve venga svolto un altro test nucleare. Quindi diciamo che la tensione è veramente molto alta.

D. – Tornando invece alla Corea del Sud, come potrebbero essere influenzati gli sviluppi politici in questo Paese dai test nucleari di Pyongyang?

R. – Bisognerà vedere nel corso del prossimo anno quali saranno le mosse compiute dal presidente Park che, per quello che riguarda la Corea del Nord, ha indurito tremendamente la sua posizione, proponendo, quasi all’inizio del suo mandato, una sorta di unificazione alla tedesca: cioè a dire per assorbimento. Il partito di opposizione è però abbastanza debole, quindi in quel caso bisognerebbe vedere quali saranno i riassetti interni dei due partiti. Ma questo si vedrà nei prossimi mesi.  








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