2016-09-09 14:39:00

Vescovi Nigeria: fermare le violenze dei pastori erranti


Un appello a fermare le violenze perpetrate dai pastori erranti nel Nord della Nigeria: a lanciarlo sono i vescovi della Provincia ecclesiastica di Kaduna in una loro lettera pastorale riportata dall’agenzia Fides. “Dobbiamo abbandonare la vecchia pratica dei pastori che si muovono con le loro mandrie attraverso il Paese, vista la violenza che questa pratica scatena sulla nostra gente” si legge nel documento.  

No alla creazione di riserve
Lo spostamento dei pastori, in gran parte di etnia Fulani, è infatti spesso accompagnato da assalti alle popolazione stanziali. L’ultimo risale a ieri, 8 settembre, nell’area di Golkofa, nello Stato di Kaduna, dove sono morte due persone. Il Parlamento federale sta approvando la creazione di una riserva a favore di tali pastori in tutti gli Stati della Nigeria, ma la Conferenza episcopale locale ha criticato questa proposta, suggerendo invece la creazione di apposite aree di pascolo.

In gioco, il futuro e l’ambiente di tutto il Paese
“Intere comunità sono state distrutte e la rabbia è palpabile”, affermano ora i vescovi della Provincia di Kaduna. “Per arrestare la deriva violenta dei pastori e dei loro animali - si legge nel documento - siamo convinti che l’unica via percorribile da parte del governo sia quella di esplorare la possibilità di creare dei ranch”. “Il dibattito sui pastori – aggiunge l’arcivescovo di Kaduna, mons. Matthew Manoso Ndagoso - è un dibattito sul futuro della nostra sopravvivenza umana, sull'ambiente e sul nostro Paese”.

Appello alla salvaguardia del Creato
I vescovi nigeriani lanciano infine un appello per la salvaguardia del Creato, schiacciato dall’incuria e dal degrado messi in atto dall’uomo. “Abbiamo bisogno di estendere i valori del Vangelo della misericordia alla terra stessa - conclude la missiva - È necessario che ci guardiamo indietro, riflettiamo sugli errori commessi e su come, inavvertitamente, siamo stati crudeli con l'ambiente”. Di qui l’invito dei presuli, ad esempio, a “piantare più alberi” e ad adottare, consapevolmente, misure adeguate per rispettare “nostra madre terra”. (I.P.)








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