Grande la gioia delle decine di migliaia di fedeli giunti da tutto il mondo, in Piazza San Pietro, per assistere alla canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta. Molti gli albanesi e gli indiani con le loro bandiere. Ascoltiamo le loro emozioni raccolte da Marina Tomarro:
D. – Padre, da dove viene?
R. – Sono indiano. Volevo essere qua e sono molto felice. Madre Teresa di Calcutta è amata da tutto il mondo perché ha lavorato per i poveri, per gli ammalati, per gli esclusi, perché loro sperimentassero l’amore misericordioso di Dio: questo è il messaggio che Madre Teresa trasmette al cuore di ciascuno di noi. Quindi, essere qui è una benedizione, per me …
D. – Lei vive in India: questa canonizzazione come è sentita?
R. – E’ sentita molto, molto profondamente: tutta l’India oggi festeggia. Un tocco divino è venuto in India tramite Madre Teresa di Calcutta.
D. - Lei è italiana...
R. – Sì, Madre Teresa per me specialmente ha un significato particolare, perché ho avuto occasione di incontrarla …
D. – Cosa ricorda di questo incontro?
R. – C’erano Chiara Lubich, Madre Teresa e il Papa, insieme; quindi è stata una giornata che ha cambiato la mia vita: il ricordo me lo porto dietro fino al giorno di oggi.
D. – Da dove viene?
R. – Dal Venezuela. Lei per noi è molto importante, una figura molto attuale perché la sua vita è una testimonianza viva e attuale.
R. – Io sono indiana. Per noi è una mamma: lei ha aiutato tanto l’India. Io vengo dal Kerala: siamo tanto contente!
D. – Padre, voi siete la comunità albanese di Legnano: cosa vuol dire per voi essere qui, oggi?
R. – E’ un dono divino, soprattutto per la Chiesa, ma in particolare per l’Albania perché anche l’Albania ha sofferto ed è bello che una figlia di questo popolo abbia dimostrato di avere un amore grande come Dio verso chi soffre.
D. – In Albania, come è stata accolta questa canonizzazione?
R. – Per gli albanesi è un giorno bellissimo: in tutto il XX secolo, ma anche nella storia dell’Albania anche come Chiesa, sono rari i Santi di sangue albanese che sono conosciuti in tutto il mondo. Madre Teresa è il primo fiore della Chiesa in Albania che rinasce dopo tanti anni di buio. E’ un bellissimo giorno!
D. – Da dove venite?
R. – Veniamo da Scutari: siamo contenti, oggi, siamo felici, sinceramente, e molto emozionati. La figura di Madre Teresa, per noi e per tutto il mondo, è la madre di tutti. Insomma: due madri non ci sono, invece noi ce l’abbiamo: c’è anche Madre Teresa. Questo è un evento straordinario e credo che sia stato per tutti noi un momento di grande gioia, perché l’aspettavamo. Il Papa ha detto che Madre Teresa la chiamiamo “Madre” e continueremo a chiamarla “Madre”. Lavoro in Albania da cinque anni; sono argentino. Allora per me c’è stato tutto un evento: venire qua in Piazza San Pietro, partecipare con la comunità di albanesi, che è grande, poi portare tutta questa gioia al mondo.
D. – Il Papa vi ha affidato alla figura di Madre Teresa per il vostro operato di volontariato: cosa vuol dire, per voi?
R. – Aiutare gli altri, chi ha bisogno, gli ultimi, i più deboli, i malati.
R. – Vuol dire fare affidamento su una cosa grandissima che ci ha insegnato Nostro Signore: la carità. Fare qualcosa senza avere niente in cambio. Questo ci ha insegnato e ci insegna tuttora Madre Teresa.
D. – La figura di Madre Teresa quanto vi è d’ispirazione a voi delle Misericordie?
R. – Tantissimo! Per me era già Santa, già prima …
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