2016-09-04 13:30:00

Don Djudjaj: miracoli di Dio, Paese ateo dà una grande Santa al mondo


La fede di Madre Teresa è stata grande. Ma come può cambiare questo la nostra fede? Sergio Centofanti lo ha chiesto a don Davide Djudjaj, responsabile del Programma albanese della Radio Vaticana:

R. – La cambia a cominciare dal posto più vicino e profondo, che è il cuore: la cambia nel cuore, nel cuore che ci lega con il Signore e con il prossimo. Quel nodo lei l’ha saldato attraverso la sua fede indiscutibile, anche se sempre in ricerca e nell’approfondimento costante della sua vita mistica. Perché Madre Teresa è anche mistica, fortemente radicata nel Signore. Volevo ricordare un particolare: chiaramente, Madre Teresa non sarebbe diventata quella che è diventata se non ci fosse stata la grazia di Dio, ma altrettanto se non ci fossero stati i suoi genitori, la sua famiglia e i sacerdoti, i vescovi, i Papi. Madre Teresa aveva una venerazione per il sacerdozio in generale; un amore sviscerato, infinito, per i Papi. Ricordo personalmente che sono stato un testimone oculare dell’abbraccio tra Madre Teresa e San Giovanni Paolo II in Albania, all’arrivo del Santo Padre nel ’93, e al congedo della visita storica che fece alla sua gente, alla sua terra martire: il primo Stato proclamatosi ateo, un popolo che vive quel dramma del rinnegamento di Dio, della fede, e che dà una Santa alla società contemporanea. Quell’abbraccio era tra due fratelli – tra il padre e la figlia – ma lei lo viveva come un abbraccio tra la figlia e il padre spirituale, che rappresentava Cristo in Terra.

D. – Con Madre Teresa possiamo veramente dire “Beati i poveri in spirito” e con il Magnificat: “Dio innalza gli umili”…

R. – Certamente trova l’espressione più nobile e bella in Madre Teresa. Ma anche “Beati i ricchi, che potranno scoprire nella povertà, nella semplicità del cuore, la grandezza della vita”. Non nella ricchezza materiale, ma nella ricchezza del cuore e della fede. 








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