2016-09-03 13:02:00

Stallo in Spagna: nuovo "no" a fiducia Rajoy


La Spagna non riesce ad uscire dallo stallo istituzionale, in cui si trova da 8 mesi. Ieri il Congresso dei deputati ha infatti negato per la seconda volta consecutiva la fiducia al premier designato Mariano Rajoy, leader del Partito Popolare: 170 voti a favore, 180 contrari. Se non ci sarà un nuovo premier entro il 31 ottobre, si tornerà a votare. Quale il significato di questa paralisi e l’impatto per la Spagna? Debora Donnini lo ha chiesto a Alfonso Botti, docente di Storia contemporanea all’Università di Modena e Reggio Emilia ed esperto di storia del Paese iberico:

R. – L’impressione dei media si è concentrata su due fatti: la mancanza di un governo in Spagna da molto tempo, e su questo punto c’è un sotto testo che è un po’ una critica al Partito Socialista spagnolo di non appoggiare e non astenersi di fronte all’investitura di Rajoy. Il secondo fatto riguarda la situazione economica: molti media stanno facendo notare che, nonostante la mancanza del governo, la situazione economica è positiva e il Pil cresce. Io vedo le cose in modo parzialmente diverso, nel senso che, nelle due votazioni, Rajoy e Ciudadanos hanno ottenuto 170 voti a favore, ma in entrambe 180 contro: 180 voti sono tanti, e non sono solo quelli dei Socialisti e di Podemos, ma anche quelli di 24 deputati che appartengono a varie forze nazionaliste e minoritarie.

D. – Questa situazione di stallo e una mancanza di leadership non è positiva per il Paese…

R. – No, si tratta di sbloccare la situazione. Adesso il problema è vedere in quale direzione si vada. La scadenza per votare un presidente del governo è la fine di ottobre, altrimenti si dovrebbe andare votare il giorno di Natale per i meccanismi della legge elettorale spagnola.

D. – Sembra, però, che si vada verso un accordo per modificare la legge elettorale ed evitare di votare proprio il 25 dicembre, anche perché l’astensione probabilmente sarebbe alta…

R. – Questa è una cosa di cui si sta discutendo e nel caso credo che si arriverà abbastanza tranquillamente alla modifica della legge elettorale. Da qui al 31 dicembre ci sono però altre possibilità: si può aprire una situazione nuova con le elezioni autonomistiche nei Paesi Baschi e nella Galizia, fissate per il 25 settembre. Da come andranno le elezioni, soprattutto nei Paesi Baschi, si potrà creare una situazione nella quale il Partito nazionalista basco potrebbe astenersi o addirittura votare a favore del Partito popolare.

D. – Questo permetterebbe a Rajoy di poter formare il governo?

R. – Certo, perché Rajoy ha bisogno o di sei voti a favore o di undici astensioni, rispetto ai 170 a favore e ai 180 contro che ha avuto. Quindi, questi voti potrebbero venire in modo ipotetico, sia nel caso dell’astensione sia del voto a favore, dal Partito nazionalista basco. Ma l’altra possibilità, che c’è perlomeno sulla carta, è quella di una coalizione o di un’intesa tra i Socialisti, Podemos e Ciudadanos. Questa è una cosa di cui in questi giorni si sta parlando: non è facile ma non è del tutto impossibile. Tra le ipotesi sul tappeto, questa però è quella che al momento sembra la meno probabile.








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