No alla pena di morte, “una pratica moralmente insostenibile”: i vescovi del New Mexico, negli Stati Uniti, si schierano contro la proposta avanzata dalla governatrice Susana Martinez di rintrodurre nello Stato la pena capitale, abolita nel 2009. La proposta arriva dopo l’uccisione di un poliziotto in servizio ad Hatch, a metà agosto.
La vita è sacra, difenderla dal concepimento e fino alla morte naturale
“L’abrogazione della pena di morte – scrivono i presuli
in una nota pubblicata sul sito dell’arcidiocesi di Santa Fe – è stata una pietra
miliare che ha permesso al New Messico di passare dalla cultura della violenza alla
cultura della pace, della giustizia e dell’amore”. I presuli, poi, ribadiscono l’insegnamento
della Chiesa sulla sacralità della vita, da proteggere “dal concepimento nel grembo
materno e fino alla morte naturale”.
Giustizia sia riparativa, non meramente punitiva
“È sempre tragico e triste – continua la nota episcopale
– quando viene ucciso un membro della comunità. Ma tali atti insensati devono essere
evitati attraverso un cambiamento sistematico della società, a partire dai più piccoli”.
“Il crimine, infatti – affermano i presuli – può essere prevenuto investendo nel capitale
sociale”. Di qui, l’appello ad una giustizia che sia davvero ripartiva e non meramente
punitiva.
Sempre più Stati hanno abrogato la pena capitale
“Ci uniamo Papa Francesco ed ai suoi predecessori
– si legge ancora - nel suo continuo richiamo a porre fine alla pratica della pena
di morte”. Infine, i presuli ricordano che “negli ultimi cinque anni, cinque Stati
americani hanno approvato una legge per abrogare la pena di morte. Ci opponiamo, quindi,
alla proposta di Susana Martinez di ripristinare la pena capitale e chiediamo al legislatore
di respingere la normativa”. (I.P.)
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