Cancellare le sanzioni internazionali che “ostacolano l’ingresso e la distribuzione di cibo e di aiuti” in Siria, “fermare l’assedio al popolo siriano” e permettere al Paese e ai suoi cittadini di “vivere in modo dignitoso”, godendo dei “diritti di base come nel resto del mondo”. È questo l’appello lanciato da tre Patriarchi cristiani di Damasco alla comunità internazionale e a tutte le nazioni coinvolte nel conflitto in Siria. Una guerra che, in cinque anni, ha già causato decine di migliaia di morti e milioni di sfollati, generando una grave tragedia umanitaria.
Aumentano le sofferenze del popolo siriano
L’appello, intitolato “Stop all'assedio del popolo
siriano! Abolire le sanzioni internazionali contro la Siria” e riportato dall’agenzia
AsiaNews, è firmato da Giovanni X Yazigi, Patriarca della chiesa greco-ortodossa di
Antiochia, Gregorio III Laham, Patriarca cattolico greco-melchita e Mar Ignatius Aphrem
II, Patriarca siro-ortodosso. Nel documento, i leader cristiani ricordano che “sin
dall’inizio della crisi in Siria, nel 2011, l’impatto delle sanzioni economiche e
finanziarie” si è fatto sempre più significativo “sulla vita quotidiana dei cittadini”.
Le sanzioni, spiegano i Patriarchi, “acuiscono le sofferenze del popolo siriano” e
rappresentano “un ulteriore aspetto della crisi” perché “accrescono la pressione”
del conflitto “sui singoli individui, le istituzioni, le compagnie e, di conseguenza,
sull’intera popolazione”.
Clima di isolamento
La mancanza di “nuovi investimenti” e il “bando ai
voli internazionali” sulla Siria, così come “le restrizioni sulle importazioni” e
la black-list di aziende siriane che non possono operare a livello internazionale
rafforzano il clima di “isolamento” che si respira in Siria. Inoltre, proseguono i
Patriarchi, la chiusura di molte ambasciate occidentali e il ritiro del personale
diplomatico “limitano le relazioni” e “l’interazione con l’estero”. Non solo: l’appello
congiunto sottolinea che il divieto di operazioni bancarie internazionali mette “le
persone in una condizione di grave crisi finanziaria. Si impoveriscono i cittadini,
minacciando di levare loro anche il pane quotidiano, privandoli della dignità umana”.
E la naturale conseguenza “è l’aumento dei prezzi per i generi di prima necessità”,
il crollo del potere di acquisto della valuta locale e l’emergere di “nuovi problemi”
sul piano sociale.
Guardare alla Carta dei diritti umani
Anche se lo scopo delle sanzioni “è di tipo politico”,
avvertono quindi Patriarchi, a subirne le conseguenze “è l’intero popolo siriano”,
in particolare “i poveri e i lavoratori delle classi più umili”. Intanto, la realtà
“peggiora” sempre più e le sofferenze sono “in continua crescita”. Per questo, prosegue
il testo, “noi Patriarchi residenti a Damasco, che sentiamo con chiarezza le sofferenze
della popolazione […] chiediamo con forza la rimozione delle sanzioni” nella speranza
che vengano prese “misure straordinarie” basate sulla Carta dei diritti umani e sugli
altri trattati internazionali.
Sostenere l’operato delle organizzazioni ecclesiali ed umanitarie
A conclusione dell’appello, i tre Patriarchi sottolineano
che le sanzioni favoriscono solo le mire di “gruppi che non vogliono il bene comune
del Paese”; di contro, la loro cancellazione “aiuterebbe il lavoro delle organizzazioni
ecclesiali e umanitarie attive sul territorio nel portare aiuti e distribuire cibo
e medicinali”. (AsiaNews)
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