2016-08-24 14:55:00

Terremoto. Mons. D'Ercole: anche i preti scavano tra le macerie


Fin dalle prime ore dell’alba, il vescovo di Ascoli Piceno, mons. Giovanni d’Ercole si è recato nelle zone colpite della sua diocesi. In mattinata è stato a Pescara del Tronto, poi si è spostato in altri paesi fortemente colpiti dal sisma. Debora Donnini l’ha raggiunto al telefono mentre era a Capodacqua,  frazione del comune di Arquata del Tronto:

R. – Sono venuto in un altro paese, a Capodacqua, proprio mentre stanno portando via una salma: una donna di 42 anni, morta per proteggere la mamma di 82 anni, che si è salvata. Sono venuto a vedere, perché tutte le frazioni qui sono state colpite e sono tutte disastrate. Sto facendo il giro e posso dire che è una scena che chiama silenzio: chi sta soffrendo non riesce a dire una parola.

D. – Lei ha visto Pescara del Tronto in mattinata. C’è tanta distruzione ovunque nella zona…

R. – E’ tutto distrutto. E’ impressionante. La gente dice che non  ha mai avuto un terremoto di questo tipo. Stavo vedendo, prima di venire a Capodacqua, i soccorritori che stavano lavorando per estrarre da una casa tre bambini e due donne. Non so… speriamo bene.

D. – Lei ha visto tanta gente darsi da fare, scavare…

R. – La solidarietà è molta e per la verità anch’io mi sono messo ad aiutarli, perché ho visto uno di questi ragazzi sotto le macerie. Direi che c’è tanta tristezza, tanta disperazione e tanta solidarietà, tutte insieme. Questa è la vita.

D. – Lei, come vescovo di Ascoli Piceno, si è recato nelle zone colpite della sua diocesi. I preti della sua diocesi l’hanno seguita? Sono presenti?

R. – Sì, sono presenti il direttore della Caritas ed altri sacerdoti. E’ importante che i pastori siano presenti fra la loro gente.

D. – Alcuni sacerdoti stanno anche scavando…

R. – C’è la collaborazione di tutti e insieme a me si sono messi a scavare anche alcuni sacerdoti. Ha scavato con me il direttore della Caritas e poi sono arrivati adesso anche alcuni frati, che abbiamo accolto e che stanno lavorando. Tutte le chiese delle frazioni coinvolte dal terremoto non solo sono inagibili, ma distrutte.

D. – Continuerete in questi giorni a stare vicino alle popolazioni colpite…

R. – Cercheremo di stare con loro. Cercheremo di condividere questo momento. La condivisione è quello che noi possiamo fare e pian piano riabituarci a vivere. 








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