2016-08-23 16:13:00

P. Samir: educazione e concretezza contro l'estremismo islamico


“Il vero Islam è tolleranza e pace: nessuna connivenza o complicità con l’Is”. L’ultima presa di posizione da parte islamica contro il fanatismo jihadista arriva al Meeting di Rimini dal Gran Mufti della Croazia, Aziz Hasanovic. Nelle stesse ore il re del Marocco, parlando ai concittadini, li ha invitati a fare fronte comune, assieme a cristiani ed ebrei, contro l’odio. Qualche giorno prima, rivolgendosi proprio al Papa in una lettera, il grande Ayatollah iraniano di Qom lo ha ringraziato per aver distinto il terrorismo dall’Islam."Sono segnali di speranza che vanno tradotti in azioni”, commenta al microfono di Gabriella Ceraso l’islamologo, padre Samir Khalil Samir:

R. – La prima cosa è, direi, un atto bello che risponde al discorso del Papa che diceva che noi sappiamo che l’Islam non è, nella sua essenza, violento. E loro hanno apprezzato e cercano in varie tendenze o Paesi dell’Islam di andare in questa direzione e sono convinto che una gran parte – la maggioranza – dei musulmani acconsenta a questo, non voglia guerre e non voglia terrorismo. Ma d’altra parte, si deve dire che nel Corano ci sono parole e frasi di violenza e all’inizio del VII secolo la violenza faceva parte delle tradizioni beduine, diciamo per sopravvivere. Dunque, che l’opinione della maggioranza dei musulmani sia totalmente opposta al terrorismo credo che sia una realtà corretta, cioè è certo. E che d’altra parte l’islam non ha, non contiene alcuna violenza, non è vero. Per dire, esistono ambedue gli aspetti. Quando, infine, i musulmani in genere dicono: “Daesh e il terrorismo, non sono musulmani, non c’entrano con l’Islam”, non è esatto. Allora, si deve dire che questo esiste: la maggioranza dei musulmani non lo vuole. La soluzione, molti musulmani la propongono da tempo ed è: dobbiamo reinterpretare il Corano e la tradizione maomettana, cioè situarla nel suo contesto storico come facciamo per l’Antico Testamento. Dobbiamo leggerlo con gli occhi di oggi e del pensiero attuale e dire: quello è stato per un tempo passato. Molti musulmani lo pensano per l’Islam e dicono: non possiamo prendere alla lettera, ma dobbiamo interpretare. Posso testimoniare che loro cercano la pace, la vogliono, ma non tutti, purtroppo. Abbiamo tra le correnti attuali tra gli imam correnti estremiste – intellettualmente estremiste – all’interno dell’Islam.

D. – Ma in questo momento, sentendo queste voci, possiamo dire che c’è anche un maggior coraggio, a più voci, nel voler dire: cerchiamo di prendere le distanze da una certa realtà?

R. – Io spero che sia sincero e praticamente stabilito concretamente, cioè non solo a parole, perché tutti i musulmani in Europa dicono, per esempio: "Questo non c’entra, con noi". Però, non serve dire questo, dobbiamo dire "come" lottare contro questo terrorismo che si ispira ai testi islamici e che pretende di essere il vero islam... Dire: dobbiamo fare qualcosa contro Daesh. E’ facile dire belle parole. Ciò di cui abbiamo bisogno è prima un insegnamento opposto assolutamente alla violenza, che sia dichiarato nei libri, nell’insegnamento, nei documenti e nei fatti.

D. – Intende che è necessario anche, come per esempio ha detto il Gran Muftì della Croazia, un lavoro a livello di educazione?

R. – E’ la prima cosa.








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