2016-08-19 14:34:00

Ddl diritto asilo. Hein (Cir): richiedenti restino tutelati


In Italia, un nuovo disegno di legge, anticipato dal ministro della Giustizia Orlando, prevede l’eliminazione del grado di Appello per i richiedenti asilo che abbiano già ricevuto il diniego da parte del giudice. Una misura pensata per cercare di sfoltire le procedure e i tribunali ingolfati dai molti ricorsi, ma che appare una limitazione per i diritti di chi richiede la protezione internazionale. Salvatore Tropea ha chiesto il parere di Christopher Hein, portavoce del Cir, il Consiglio Italiano per i Rifugiati.

R. – Al momento, si tratta solamente di un disegno di legge, non ancora di un provvedimento legislativo in atto. Attualmente, c’è una prima istanza amministrativa sulle richieste di protezione internazionale presso le Commissioni territoriali. Nel caso di una risposta negativa o non soddisfacente per il richiedente, c’è la possibilità di fare un ricorso al Tribunale civile. Questo rimane comunque così com’è attualmente, solo che la procedura presso il Tribunale potrebbe cambiare, nel senso che non necessariamente la persona viene audita personalmente – così almeno la proposta del ministro Orlando. L’idea è di sostituire questo secondo grado con una commissione indipendente ai fini di abbreviare innanzitutto tutta la procedura che effettivamente attualmente è molto lunga. Quindi, diciamo che in questo ci sono luci e ombre. Dal punto di vista del rifugiato, del richiedente asilo, tutto ciò che accorcia i tempi di attesa per avere finalmente una risposta e quindi alla chiarezza sul proprio futuro, ben venga, sempre e quando le garanzie essenziali, le garanzie di procedura non siano diminuite: su questo, si possono avere dei dubbi, però non penso che neanche il ministro Orlando pensi veramente di abolire del tutto una seconda istanza.

D. – Un’altra novità riguarda l’attuale “rito sommario di cognizione”, che verrebbe sostituito da un “procedimento camerale”: salterebbe quindi l’udienza, tranne che in casi particolari. A cosa potrebbe portare questo ulteriore cambiamento?

R. – Quello che si prevede è che i giudici decidano sulla base di un video che viene fatto in sede della prima audizione presso la Commissione territoriale che, naturalmente, è preoccupante perché la persona non avrebbe più, di regola, la possibilità di esporre davanti al giudice i motivi per i quali ritiene di avere bisogno di protezione. Quindi, questo sarebbe una diminuzione di una garanzia e per questo io mi auguro che, così come è scritta, la proposta non passi.

D. – Qual è l’alternativa per consentire ai richiedenti asilo di poter ricorrere all’appello senza allo stesso tempo intasare ancora di più i processi e snellire le procedure?

R. – Mi sembra positivo, nella proposta, di istituire delle sezioni speciali presso i Tribunali civili che si occupino appunto solo dei ricorsi sul diritto d’asilo, naturalmente anche con un potenziamento del personale non solo giudicante ma anche amministrativo presso i Tribunali, che è assolutamente necessario.








All the contents on this site are copyrighted ©.