2016-08-18 12:11:00

Lavoro. Ibm: a rischio licenziamento 156 dipendenti esterni


E’ grande la preoccupazione tra i 156 lavoratori della Sistemi Informativi, controllata dalla Ibm, che al rientro delle ferie potrebbero trovare l’amara sorpresa del licenziamento. Scadono infatti il prossimo 29 agosto i termini della trattativa sindacale e l’azienda finora non ha proposto nessuna soluzione alternativa alla mobilità. A causa della pausa estiva il tavolo al Ministero del Lavoro è slittato al 25 agosto. “I tempi sono troppo stretti, speriamo in una proroga”, commenta  Francesco Tranfaglia, dipendente e delegato sindacale Filcams Cgil. Paolo Ondarza lo ha intervistato:

R. – La situazione è di estrema preoccupazione: sia la casa madre, la Ibm, sia la “Sistemi informativi”, hanno una tradizione di riduzione del personale che negli ultimi anni è stata più indolore, adottando incentivazioni all’uscita; ma adesso siamo passati alle maniere forti, alle procedure di mobilità. Quindi è la prima volta, effettivamente, che come “Sistemi informativi”, ci troviamo ad affrontare dei licenziamenti “imposti” dall’azienda. E le persone sono estremamente preoccupate, perché è un’azienda che è sul mercato dal 1979, siamo tutti 40/50 enni e trovare un nuovo lavoro non sarà semplicissimo …

D. – 40/50 enni, diceva, quindi persone che in moltissimi casi hanno anche famiglie da mantenere …

R. – Eh sì: è proprio l’età in cui ti trovi sia i figli piccoli sia i genitori anziani, e sei l’unico vero sostegno economico della famiglia. Noi, come sindacato, all’azienda abbiamo proposto soluzioni alternative ai licenziamenti come i contratti di solidarietà o qualunque altra forma che permetta, anche attraverso dei sacrifici di rimettere l’azienda in vita sul mercato …

D. – E finora, la risposta dell’azienda alle vostre proposte, qual è stata?

R. – Le trattative sono incominciate in giugno; c’è stata una chiusura quasi totale fino alla fine di luglio, dopodiché l’unica cosa che l’azienda ha proposto è che, in cambio di una firma del sindacato su un accordo che però taglia le gambe a chi eventualmente volesse ricorrere in tribunale, c'è la disponibilità ad offrire qualche soldo a chi va via volontariamente.

D. – Il 25 agosto sarete convocati al ministero e solo quattro giorni dopo scadono i termini previsti per trovare l’accordo …

R. – A fine luglio sarebbe dovuto intervenire il ministero del Lavoro che però con la pausa ferragostana ci ha convocato la prima volta il 25 agosto; noi speriamo – e sarà la prima cosa che chiederemo al tavolo – di avere una proroga, di avere più tempo per cercare di affrontare in modo non traumatico questa situazione. Si spera che ci sia un ravvedimento, una pressione affinché l’azienda metta in atto politiche meno traumatiche.

D. – Qual è lo stato d’animo dei lavoratori che in questo momento sono in ferie?

R. – Sono tutti molto preoccupati, devo dire, soprattutto chi è monoreddito e ha famiglia. La prospettiva della disoccupazione, adesso, è un baratro …

D. – Il vostro appello:

R. – L’Italia, in questo momento, non può permettersi di perdere un solo posto di lavoro. Bisogna fare ogni sforzo per conservarli, i posti di lavoro, e per crearne anche di nuovi perché abbiamo tanti giovani disoccupati. Per poter dare un futuro ai nostri figli noi dobbiamo continuare a mandarli a scuola, a farli studiare … E quindi il nostro appello è: stringiamoci tutti e difendiamo ogni singolo posto di lavoro!








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