Sul significato della visita del presidente francese in Vaticano per incontrare Papa Francesco e il clima che si respira oggi in Francia, Marie Duhamel ha sentito il cardinale arcivescovo di Lione Philippe Barbarin:
R. - Aussitôt après cette…
Subito dopo quell’orribile assassinio di padre Jacques
Hamel, il presidente delle Repubblica ha telefonato al Papa. La conversazione è stata
buona, fraterna e commovente. Penso che questa visita sia stata decisa in maniera
semplice e che non abbia nulla di ufficiale: per questo si tratta di una visita privata.
Ed è anche un modo per parlarsi di nuovo, dopo un avvenimento così doloroso che ha
commosso tutta la Francia. Il presidente della Repubblica ha espresso la propria sofferenza
e quella di tutto il nostro Paese di fronte ad un assassinio così ingiusto e rivoltante
come quello del 26 luglio a Saint-Etienne-du-Rouvray. Allora è in questo senso – credo
– che questa visita ha contemporaneamente senso e tanta semplicità.
D. – Dopo l’uccisione di padre Hamel sente un clima di vendetta?
R. – Pas de désir de vengeance, en disant : «c’est la miséricorde qui doit être
victorieuse…
Non c’è alcun desiderio di vendetta; diciamo: “E’
la misericordia che dovrà essere vittoriosa, la pace deve tornare …”, occorre veramente
avanzare in questa direzione. Credo si tratti di uno sforzo che dobbiamo fare tutti
insieme. Siamo stati tutti colpiti dal numero di musulmani che sono venuti a Messa,
la domenica successiva alla morte di padre Hamel. Molti parroci mi hanno detto come
i musulmani si sono presentati portando dei doni e che dicevano: “Quando ci rivolgiamo
a Dio, quando lo adoriamo e quando ricordiamo la grandezza e la misericordia di Dio,
vuole dire che dobbiamo guardarci come fratelli e sorelle. E’ assolutamente inammissibile
che continui questa violenza omicida …”. E’ stata un’esperienza veramente nuova, che
ha portato grande violenza e grande dolore, ma che poi ha dato luogo a manifestazioni
di rispetto fraterno che ancora non conoscevamo.
D. – In Francia c’è ancora il dibattito sul fatto che le donne portino il “Burqini” (costume da bagno disegnato appositamente per le donne di religione musulmana, che copre tutto il corpo fuorché viso, mani e piedi ma sufficientemente leggero da consentire loro di nuotare) in spiaggia o sul finanziamento delle moschee. Non ha l’impressione che la politica debba imparare dalle religioni invece di osservarle con una certa distanza se non con sospetto?
R. – Les textes sont tout à fait clairs, dans la République Française …
I testi sono molto chiari, in realtà: la legge francese
parla non solo di rispetto, ma garantisce il libero esercizio di culto, riconoscendo
quindi che esso è un aspetto importante nella vita degli uomini, e quindi la legge
consente a un ebreo di essere ebreo, a un musulmano di essere musulmano e a un cristiano
di essere cristiano, secondo la logica propria e intrinseca della propria fede. Questo
dicono i testi di legge. E quindi, in base a questi testi, non dovrà esserci alcun
sospetto, anche se nei fatti poi ce n’è parecchio. La forma agghiacciante di certi
atti estremamente violenti degli islamisti lasciano tanta paura. Dunque, le norme
sono chiare mentre l’atmosfera non è sempre altrettanto chiara e serena; ed è in questa
direzione che dobbiamo muoverci insieme. Penso che le cose cambieranno veramente solo
quando ci sarà stima reciproca. Quello che veramente ci farà muovere gli uni verso
gli altri sarà l’ascolto vicendevole e in questo ascolto vicendevole scopriremo qualcosa
che non conoscevamo ancora e da qui nascerà quella stima che ci farà dire: “Ah, se
io fossi un cristiano così fervente quanto lui è ebreo fervente o musulmano fervente,
questo cambierebbe le cose nella mia vita!”.
D. – Lei pensa che questi incontri individuali possano essere d’insegnamento per quei politici che spesso si pongono soltanto obiettivi a breve termine e spesso solo in merito alla sicurezza?
R. – Les hommes politiques sont des hommes; donc, de toute façon l’enrichissement
d’un contact …
Gli uomini politici sono pur sempre uomini e quindi
in ogni caso, l’arricchimento che proviene dal contatto umano è grande per loro come
per lei e per me, per tutti. Cioè: in quanto politici, essi hanno una responsabilità
e questa responsabilità bisogna ragionarla, mettere in opera, darle anche i mezzi,
e io trovo che in questo si impegnano. Sfortunatamente, cosa possiamo prevedere quando
ti trovi di fronte qualcuno che è pronto a sacrificare la propria vita per ucciderne
altre? Questo sarebbe terribile. Non si può pensare e prevedere tutto. Come questi
ragazzi che una mattina entrano in una chiesa, dove si svolge la Messa del mattino,
in una cittadina della Normandia, uccidono il prete e terrorizzano le povere persone
che stanno lì, nella loro semplicità ... Non possiamo far sorvegliare tutti i luoghi
nei quali si svolge una Messa mattutina, perché ce ne sono ovunque. Dunque, siamo
totalmente travolti da questo. Vorrei personalmente ringraziare i responsabili delle
forze dell’ordine perché veramente vegliano sulla nostra sicurezza e fanno tutto quello
che possono. Poi, è il cuore dell’uomo che bisogna cambiare. I fondamenti della società
dipendono dal cuore dell’uomo; bisogna parlare con i ragazzi, con i loro amici, entrare
in un clima di fratellanza, accettare il fatto che “l’altro” sia diverso, avvicinarsi
a lui … perché è così che si fa la società …
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