2016-08-13 14:53:00

Turismo in crescita, male Nord Africa, boom Europa del Sud


Si spostano i grandi flussi turistici internazionali. I Paesi del Nord Africa, a causa del terrorismo, perdono un ulteriore 8% di turisti rispetto all’anno passato. Ottimi i risultati per l’Europa del Sud: la Grecia quest’anno supererà i 25 milioni di visitatori, in Portogallo e in Spagna sono previste crescite di oltre il 10%. Il servizio di Eugenio Murrali:

Nonostante i problemi di sicurezza che affliggono molte mete di viaggio, l’Organizzazione mondiale del turismo (Omt) ha registrato per i primi mesi del 2016 una crescita dei flussi del 4,5%. Ma il turismo cambia volto e soprattutto cambia le destinazioni, complici i prezzi concorrenziali di alcune nazioni e, in particolare, la paura del terrorismo. E’ così che si spiega l’ulteriore calo di turisti in tutto il Nord Africa, con il caso emblematico dell’Egitto, che possiede infrastrutture per accogliere 25 milioni di visitatori, ma quest’anno ne vedrà meno della metà. Grandi crescite invece per i Paesi dell’Europa del Sud. Secondo i dati della Confederazione nazionale del turismo, la Grecia fa un balzo che le permette di prevedere un 20% degli incassi in più, circa 800 milioni di euro. In Portogallo, lo dice l’osservatorio francese Snav-Atout, le prenotazioni sono aumentate del 12%. In Spagna, il numero di visitatori supererà probabilmente i 70 milioni. Ma in questi stessi Paesi gli albergatori lamentano la nascita di un turismo low cost che non porterebbe a grandi ricavi. E per l’Italia il presidente di Federturismo Gianfranco Battisti ha dichiarato che questa è un’estate in crescita, con un incremento di circa il 10% grazie ai flussi internazionali, ma anche ai 20 milioni di italiani che hanno deciso di restare in patria.

Sulle ragioni e gli effetti di questo spostamento dei flussi, abbiamo sentito Giacomo Vaciago, docente dell'Università Cattolica di Milano:

R. – Chi già vive in questi Paesi va anche per motivi di sicurezza il più vicino possibile. Aumentano gli italiani in Grecia, in Spagna, mentre una volta andavano in Thailandia, alle Seychelles. Quindi, c’è un intreccio più stretto nei flussi turistici tra Paesi limitrofi.

D. – Sono usciti i dati sul Pil e l’Italia la Grecia, l’Estonia portano la "maglia nera". Però per esempio, proprio in Grecia e in Italia, c’è una forte crescita del turismo. Questo può avere un effetto positivo o è soltanto una bolla di sapone?

R. – No, no. Ha avuto l’effetto di compensare, in parte, la caduta che ancora c’è nella produzione industriale. Se analizziamo i settori dei Paesi che non hanno avuto buoni risultati nel secondo trimestre del 2016, vediamo un calo dell’industria e una crescita di agricoltura e servizi. Il turismo rientra nei servizi, ovviamente. È solo indirettamente, nella misura in cui sono in grado di apprezzare i nostri prodotti manifatturieri, che poi i turisti, una volta tornati a casa, compreranno Made in Italy anche da loro. Però questo effetto è modesto. Per fortuna questo è il dato del secondo trimestre. Mi aspetto che i dati del terzo trimestre siano ancora più forti, perché rifletteranno a pieno gli effetti negativi del referendum inglese del 23 giugno scorso. Lì vedremo di nuovo una produzione industriale che soffre, un calo delle esportazioni sull’Inghilterra e altri settori che invece tengono. La svalutazione della sterlina però rende l’Inghilterra competitiva anche sul piano dell’afflusso turistico e questo può, in parte, ridurre i nostri successi in questi mesi.

D. – Tra le attività economiche il turismo è anche una delle più vulnerabili...

R. – Il turismo ha fondamentali che corrispondono all’integrale delle bellezze naturali e culturali di un Paese. Dopodiché, da un anno all’altro la convenienza ad andare in un altro Paese o a restare a casa propria, dipende dalla contingenza, dal terrorismo, che è un rischio non facilmente quantificabile, perché presente in troppi Paesi. Il problema vero è che i flussi sono governati da grandi macchine, quindi da questo punto di vista si parla di industria del turismo, esattamente come di industria metalmeccanica, di aviazione. Allora è fondamentale che l’Italia sia ben tenuta presente in queste grandi macchine che muovono milioni di persone, che l’immagine che diamo del nostro Paese, di serietà, di efficienza, sia tale da attirare il turista tranquillo e che la valorizzazione dei nostri beni culturali sia sempre all’altezza.

D. – C’è un caso simbolo in Nord Africa per quanto riguarda il calo del turismo ed è l’Egitto. Che ripercussioni avrà questa situazione sul Nord Africa che, evidentemente a causa dell’instabilità politica e del terrorismo, sta subendo forse il danno maggiore?

R. – Questo è proprio l’obiettivo del terrorismo stesso: slegare questi Paesi dalla rete di interessi economici, sociali e culturali che si era creata nel tempo. Dalla frettolosa visita alle piramidi a una più lunga permanenza: stanno cancellando il turismo in Egitto.

D. – C’è poi il caso della Turchia...

R. – La Turchia era un Paese dove un regime autoritario garantiva sicurezza e tranquillità. Quindi era entrato nella domanda turistica in modo abbastanza significativo. Detto questo, non è il momento per decidere di andare a visitare Istanbul.








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