2016-08-12 14:24:00

Congo: aperto dialogo nazionale per il futuro del Paese


Dopo l’invito dello scorso mese da parte della delegazione dell’Unione Europea nella Repubblica Democratica del Congo,si è aperto ieri il dialogo politico interno chiesto anche dai vescovi durante la Conferenza episcopale nazionale, al fine di arrivare alle elezioni di novembre in maniera pacifica. Se da una parte l’attuale presidente Kabila è deciso a puntare dritto alla meta della terza elezione consecutiva, il suo oppositore Etienne Tshisekedi, presidente del "Rassemblement", una coalizione creata a giugno a Bruxelles, ha accettato il principio del “dialogo nazionale”, affinché si possano risolvere le difficoltà di ordine finanziario, politico, logistico e tempistico in vista dell’organizzazione delle prossime elezioni. Michele Ungolo ha intervistato Massimo Alberizzi, corrispondente africano per il Corriere della Sera:

R. – Il capo del partito di opposizione, l’Unione per la democrazia e il progresso, che è Étienne Tshisekedi, ha esautorato il segretario del suo partito perché ha detto che era troppo compiacente con Kabila: Kabila è il presidente del Congo, il quale si ripresenta per le elezioni per la terza volta quindi violando la Costituzione, facendo cambiare la Costituzione… Insomma, la situazione politica è difficile, molto molto complicata e difficile. Kabila si è dimostrato molto peggio di quello che sembrava perché all’inizio, oltre tutto, è stato appoggiato da tutto il mondo, al suo primo mandato; al secondo mandato è stata “tollerata” la sua ripresentazione, al terzo mandato è stato abbandonato da tutti: ieri proprio gli Stati Uniti hanno protestato per l’allontanamento di un rappresentante di “Human Rights Watch”.

D. – Si teme che una nuova elezione dell’attuale presidente Kabila possa diventare un incarico a vita se riesce a vincere queste nuove elezioni...

R. – Se si presenta, le vince sicuramente: le elezioni sono un po’ truccate, da quelle parti, quindi è molto difficile pensare che non lo siano e che le perda. E’ il preannuncio di una presidenza a vita, e non solo quello. E' il preannuncio di un'altra guerra pesantissima da tutte le parti del Congo. Infatti, il vero problema di questo Paese, come di altri Paesi africani, che non c’è una distribuzione delle ricchezze, quindi se uno fa arricchire solo la propria tribù, il proprio entourage, i suoi amici, alla fine gli altri scatenano guerre pesanti. Il Paese è pieno di armi… E’ che il Congo è il Paese più ricco del mondo, secondo forse solo al Brasile. Quindi, gli appetiti sono tanti e grossi, sia nazionali, dei vari gruppi di potere, che internazionali, delle multinazionali.

D. – In un Paese nel quale comunque i conflitti sono molto frequenti, quali sono i problemi principali?

R. – C’è una categoria di persone ricchissime, da fare impallidire i nostri ricchi europei, e poi ci sono persone che muoiono di fame. Nello stesso villaggio, quasi, nella stessa capitale, nella stessa città. Ci sono delle favelas pesanti e ci sono le ville degli ultraricchi, di gente che mangia con le posate d’oro, per intenderci…

D. – Un Paese ricco come il Congo fa gola a un po’ tutte le maggiori multinazionali, anche per quanto riguarda l’estrazione dei diamanti dalle miniere. Molto spesso, anche i bambini vengono strappati alla loro infanzia e sono costretti a lavorare in queste miniere…

R. – Appena nascono, sono già adulti... Appena sono in grado di muovere le mani e camminare, sono già adulti, nel senso che fanno quello che fanno gli adulti, cioè: lavorano. Ci sono bambini analfabeti che rimangono analfabeti…

D. – Per l’estrazione di questi diamanti arrivano in diversi Paesi. Vengono utilizzati degli escamotage per nascondere che il lavoro comunque l’ha effettuato un minore?

R. – In America hanno delle legislazioni molto dure. Per esempio, non si potrebbero importare minerali provenienti dal Congo. Ma basta cambiare la carta d’identità dei minerali e le multinazionali li comprano lo stesso, facendo vedere che magari vengono dalla Tanzania… Poi ci sono i trucchi che si utilizzano, come le “triangolazioni”: si cambia carta d’identità di qualcosa che non può avere quella giusta. Questo succede, purtroppo, anche per gli umani.








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