2016-08-09 14:23:00

Vertice Putin-Erdogan. Rilanciati i rapporti tra Russia e Turchia


A San Pietroburgo, in Russia, è il giorno dell’atteso incontro tra il presidente russo Putin e il suo omologo turco Erdogan. “Si apre una nuova pagina nelle relazioni” tra Russia e Turchia, ha detto Erdogan ai media russi, dopo mesi di gelo tra i due Paesi, seguiti all'abbattimento in novembre di un caccia russo da parte di due F-16 turchi. Il servizio di Marco Guerra:

Ufficialmente ci sono i rapporti economici tra Turchia e Russia in cima all'agenda dei colloqui di oggi tra Erdogan e Putin nel Palazzo di Konstantinovsky, a sud di Pietroburgo. L'agenzia di stampa Anadolu spiega che nei colloqui si parlerà di collaborazione in progetti energetici, nel turismo, di esportazione di prodotti alimentari e industriali, di nuovi investimenti e dell'impegno reciproco per aumentare il volume degli scambi commerciali. Ma l’incontro tra i due leader ha un dato tutto politico rappresentato nel riavvicinamento di due Paesi che sono attori chiave nella regione. La crisi diplomatica tra Mosca e Ankara ha avuto un punto di svolta con il sostegno manifestato da Putin nei confronti del governo della Turchia in occasione del mancato golpe militare. E questa prima missione all’estero di Erdogan dal fallito colpo di Stato suggella l’intesa ritrovata. Ma come viene visto questo fronte comune da parte dell’Europa? Lucas Duran lo ha chiesto all’esperto dell’area e giornalista de La Repubblica, Marco Ansaldo:

R. – Lo scontro ormai aperto, conclamato, fra Erdogan e l’Occidente arriva a saldarsi adesso con quello che è il grande avversario dall’altra parte, l’avversario forte: Vladimir Putin. Il fatto che Erdogan negli ultimi tempi si stia contrapponendo nei confronti dell’Unione Europea, dell’Occidente in maniera forte, al punto di arrivare a diverse minacce come quella della reintroduzione della pena di morte, naturalmente preoccupa.

D. – Chiarendo anche gli elementi di questo timore e preoccupazione in Europa, ricordiamo che Erdogan in qualche modo ha accusato gli europei di remare contro, se così possiamo riassumere molto grossolanamente, e per altro lodava Putin che non avrebbe criticato le mosse successive al fallito golpe dello stesso Erdogan. Come vedi le cose in quanto esperto di Turchia?

R. – Sicuramente, ogni occasione di dialogo è benvenuta. Noi dobbiamo anche ricordare che Erdogan e Putin si incontrano dopo un periodo di freddezza durato dallo scorso novembre con l’abbattimento del Sukhoi russo da parte dell’aviazione turca. Erdogan usava toni molto forti, ma ha dovuto nettamente abbassare le penne di fronte a Putin. Ho letto la lettera che Erdogan inviò non più tardi di un mese fa al portavoce di Putin in cui non si scusava, ma naturalmente faceva dei grandi passi di avvicinamento nei confronti di Mosca. Oggi ne vediamo il risultato; Erdogan ha dovuto fare anche dei passi di avvicinamento nei confronti di Israele, altro Paese con cui per la questione della "Mavi Marmara" nel 2010 ci fu uno scontro formidabile. Tutto questo che cosa ha causato? I turisti russi e quelli israeliani hanno disertato completamente le coste turche. Ecco lì che arriva la necessità di un avvicinamento di Erdogan a quei Paesi che da un punto di vita internazionale possono essergli utili.

D. – Un quadro di questo tipo come si riflette poi per quanto riguarda i Paesi occidentali, europei?

R. – Questo è un punto fondamentale. Io vorrei ricordare l’asse molto forte che c’era fino a qualche anno fa, non era solo un asse Putin-Erdogan, ma Putin-Erdogan-Berlusconi. Poi per vicende diverse quest’asse che teneva molto, anche da un punto di vista finanziario-commerciale, si è rotto e oggi si ricompone l’asse tra Putin e Erdogan. Il colloquio che avverrà oggi a San Pietroburgo sarà – da quello che tutti gli osservatori considerano – un dialogo nettamente antioccidentale e antieuropeo, una sorta di una nascita di una nuova "Eurasia" spostata ad Oriente che preoccupa, nel momento in cui la Turchia, Paese candidato all’ingresso in Europa, si sposta. Però, al tempo stesso, è un alleato formidabile, irrinunciabile dell’Europa e della Nato – dal 1952 – con delle basi con 50 testate nucleari nell’istallazione che c’è a Incirlik. Oggi è un alleato formidabile dell’Europa per quanto riguarda la questione dei migranti, a cui abbiamo destinato una grande massa di denaro. Dal momento in cui questo alleato non guarda più, non ha il più il volto riverso verso questa parte, ma guarda su un altro fronte, tutto questo allora non può far altro che preoccuparci.

D. – A proposito di fronti, quello che verrà discusso oggi tra Putin ed Erdogan in Russia a San Pietroburgo quanto potrà contare anche sul fronte siriano, sul conflitto in Siria?

R. – Lì i due leader dovranno confrontarsi in maniera franca e cordiale. Hanno due posizioni completamente opposte, perché Mosca appoggia Damasco e Erdogan è uno principali avversari di Bashar al Assad. Bisognerà vedere quali sono le posizioni e quali possono essere gli eventuali punti di incontro. È molto difficile che si arrivi oggi a un’intesa, perché questo è un nodo che tra le due personalità autocratiche oggi dovrà essere affrontato in una maniera molto chiara.








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